Concerti di Appassionata

Concerti di Appassionata: emozioni e nuovi appuntamenti

La stagione dei Concerti di Appassionata presso il TLR (Teatro Lauro Rossi) di Macerata continua a disseminare con energia e stile la musica. Questa volta è il turno del Quartetto Van Kuijk (27 novembre 2019), la formazione musicale nasce a Parigi nel 2012. Nel gli viene assegnato il primo Primo premio al “Concorso internazionale per quartetto d’archi” della Wigmore Hall di Londra per la miglior esecuzione di opere di Beethoven e di Haydn. Il Quartetto Van Kuijk per il triennio 2015-2017 entra anche a far parte dei “BBC 3 New Generation Artists”  e viene scelto anche dalla Philharmonie di Parigi come “Echo Rising Star” per la stagione 2017-2018, con un denso programma di concerti nelle più prestigiose sale europee. Non finiscono qui i numerosi riconoscimenti ottenuti  ottenuti nel 2013 al “Concorso di musica da camera” di Trondheim in Norvegia e poi in Francia, con la vittoria del concorso “Fnapec-Musiques d’Ensembles”, e alla nomina quali migliori allievi “lauréats” 2014 dell’Accademia del Festival di Aix-en-Provence.

IL TRIO DI IMOLA AD APPASSIONATA – IL REPORT DELLA SERATA

Nicolas Van Jujik (violino), Sylvain Favre-Bulle (violino), Emmanuel  François (viola) e François Robin (violoncello) sono i protagonisti di questo splendido gruppo che ha deliziato il pubblico del teatro maceratese interpretando tre diversi quartetti rappresentandone la natura geometrica e musicale del loro spirito. La serata ha raccolto le note di Wolfang Amadeus Mozart con l’opera Quartetto in sol maggiore n. 14K 387 che si apre con un Allegro vivace assai e termina con la “fuga” di un Molto allegro in maniera contrappuntistica. Questa interpretazione mozartiana mostra da un lato l’autonomia del compositore austriaco Franz Joseph Haydn, il quale durante la metà del Settecento diede vita proprio a questo “nuovo genere classico”, ovvero il quartetto per archi, conquistando l’equilibrio fra i quattro strumenti ad arco. Il concerto prosegue con le note del Quartetto op. 110 n. 8 di Dmítrij Šostakóvič, una composizione musicale che il compositore sovietico dedicata “alla vittime del fascismo e della guerra”. Si conclude il concerto con il Quartetto per archi in fa maggiore di Maurice Ravel, che compone a ventotto anni, nel 1903, dedicandolo a Gabriel Fauré, “genio armonico” e organista francese. Il quartetto restituisce al pubblico uno dei capisaldi della letteratura musicale novecentesca. Dal primo movimento Allegro moderato, il Quartetto Van Kuijk conclude l’ultimo movimento (il quarto) Vif et agité con brillantezza e virtuosismo. Già presente sulla grande scena internazionale, e frequente ospite della Wigmore Hall di Londra, il quartetto Van Kuijk si è esibito nel teatro maceratese con grande stile energico e senso del rischio, dove i quattro giovani francesi sono riusciti a restituire alla musica, il proprio sorriso.

Concerti di Appassionata

Le serate musicali dei Concerti di Appassionata continuano a coinvolgere il pubblico con l’appuntamento successivo insieme al pianista internazionale e vincitore di numerosi premi discografici Roberto Prosseda (10 dicembre 2019), grazie alle sue incisioni (pubblicate dalla Decca) dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn. Prosseda viene particolarmente apprezzato anche nelle interpretazioni di Mozart, Schubert, Schumann, Chopin, autori a cui si è anche dedicato nelle sue più recenti incisioni Decca. Durante la serata di Appassionata, il pianista italiano, ha dedicato al pubblico una serata all’insegna del Do minore, interpretando Mozart, Schubert e Beethoven. Prosseda apre il palcoscenico con Fantasia in do minore K475 del compositore di Salisburgo il quale la scrisse in un solo giorno, il 20 maggio 1785. Il carattere di improvvisazione libera e fantasiosa consegna allo strumento la qualità della estemporaneità. Con Franz Schubert e Quattro Improntus op. 90 D. 899  (Allegro molto moderato, Allegro, Andante mosso, Allegretto) ancora una volta si seguono le libere espressioni che il compositore austriaco crea sfuggendo ad uno schema preciso e canonico per esplodere in spontanea fantasia musicale. Drammaticità, poeticità, intensità originalità e immediatezza sono tutti ingredienti che caratterizzano questa composizione. Roberta Prosseda continua la sua perfomance musicale riprendendo Mozart e la sua Sonata in Do minore n. 14 K457 che rappresenta il momento cruciale dove il compositore austriaco sancisce il passaggio dal clavicembalo al fortepiano e pianoforte. La drammatica Sonata rappresenta un episodio emotivamente isolato scritto il 14 Ottobre 1784 mentre Mozart è preso dalla febbrile produzione dei grandi Concerti viennesi per pianoforte, e rappresenta la testimonianza di un’ansia creativa, dolorosa e profonda. Prosseda conclude la serata estasiando il pubblico e creando quasi un’armonia magica tra lo spettatore e l’autore come se non ci fossero confini grazie alla Sonata in do minore n. 32 op. 111 (Maestoso. Allegro con brio appassionato – Arietta. Adagio molto semplice e cantabile) di Ludwig van Beethoven. Il compositore tedesco è stato decisivo per lo sviluppo e l’evoluzione del pianoforte e proprio attraverso questa composizione di due movimenti e la tecnica della variazione che continua a regalare nuove soluzioni espressive. Proprio questa sonata colpisce lo scrittore tedesco Thomas Mann che dedica all’interno del Doktor Faustus  (1947) un’importante analisi alla ricerca di un “terzo tempo”.  – Un terzo tempo? una nuova ripresa… dopo questo addio? Un ritorno… dopo questo commiato? – Impossibile. Tutto era fatto: nel secondo tempo, in questo tempo enorme la sonata aveva raggiunto la fine, la fine senza ritorno. E se diceva «la sonata» non alludeva soltanto a questa, alla sonata in do minore, ma intendeva la sonata in genere come forma artistica tradizionale: qui terminava la sonata, qui essa aveva compiuto la sua missione, toccato la meta oltre la quale non era possibile andare, qui annullava se stessa e prendeva commiato – quel cenno d’addio del motivo re-sol sol, confortato melodicamente dal do diesis, era un addio anche in questo senso, un addio grande come l’intera composizione, il commiato della Sonata.

L’ultima serata musicale di Appassionata del 2019 regala al pubblico del Teatro Lauro Rossi  l’interpretazione di Massimo Quarta al violino e Stefania Redaelli al pianoforte interpretando i “maestri” Francis Poulec, Sergej Sergeevič Prokof’ev e Béla Viktor János Bartók.  Massimo Quarta inizia gli studi musicali all’età di nove anni. Vincitore di numerosi concorsi è presto considerato come uno dei più brillanti violinisti della sua generazione, ed è stato ospite di alcuni tra i maggiori festival e vincitore di diversi premi come il «Premio Internazionale Foyer Des Artistes» ed il «Premio Internazionale Gino Tani per le Arti dello Spettacolo». Stefania Redaelli allieva di Ernesto Esposito, anche lei vincitrice di numerosi concorsi, delineando sempre più la sua passione per la musica da camera, realizzata sia attraverso le numerose collaborazioni con Rocco Filippini, Salvatore Accardo.

Concerti di Appassionata

Questa ultima serata musicale del 2019 di Appassionata si apre con Francis Poulenc e la Sonata per violino e pianoforte op. 119 (Allegro con fuoco, Intermezzo, Presto tragico). Interpretando la composizione del pianista francese, Quarta e Redaelli restituiscono raffinatezza ed eleganza alla musica novecentesca di Poulenc, che in modo coraggioso dedica la Sonata alla memoria del poeta andalusiano Federico Garcia Lorca, ucciso dalle falangi fasciste subito dopo lo scoppio della guerra civile spagnola (1936-1939). Con le Cinque melodie op. 35 bis di Prokof’ev che compone nel 1920 si tende a far risaltare al meglio la cantabilità dello strumento ad arco senza rinunciare alle movenze grottesche e capricciose tipiche delle composizioni degli anni Venti. Omaggiando Béla Bartók, i due musicisti italiani, Quarta e Redaelli, emozionano ed “appassionano” gli spettatori con la Sonata n. 1 op. 21 BB84 del compositore ungherese scritta nel 1921 per la violinista Jelly d’Arányi, un misto di  tensioni, distensioni e colori emotivi. Il duo violino e piano regalano al pubblico un momento magico, teso come corda di viola, dove il dialogo continuo tra gli strumenti ferma persino il tempo sospeso sulle note della musica ottocentesca e novecentesca.

La stagione dei Concerti di Appassionata torna con il suo ricco ed intenso programma nel 2020 con Bertrand Chamayou (16 gennaio 2020) al pianoforte e l’esecuzione di Robert Schumann, Maurice Ravel e Camille Saint-Saëns. Numerosi altri appuntamenti sono in programma.

Per maggiori informazioni si può visionare il sito: https://www.appassionataonline.it

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diGiorgio Cipolletta

Artista e perfomer italiano, studioso di estetica dei nuovi media. Dopo una laurea in Editoria e comunicazione multimediale, nel 2012 ho conseguito un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione. Attualmente sono professore a contratto per corso di Fotografia e nuove tecnologie visuali presso Unimc. La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie “L’ombra che resta dietro di noi”, per la quale ho ricevuto diversi riconoscimenti in Italia. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo saggio Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata. Attualmente sono vicepresidente di CrASh e collaboro con diverse testate editoriali italiane e straniere. Amo leggere, cucinare e viaggiare in modo “indisiciplinato” e sempre alla ricerca del dono dell'ubiquità.