Neri Marcorè con l’Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani porta allo Sferisterio un omaggio al Sommo Poeta nei 700 anni dalla morte, con il progetto Le divine donne di Dante in coproduzione dal Macerata Opera Festival con il Ravenna Festival e Mittelfest.
L’artista marchigiano rilegge attraverso le figure femminili, ben quarantadue, la Divina Commedia restituendoci una specie di canzoniere contemporaneo. Per l’occasione di questo progetto “arduo” l’autore ne sceglie una quindicina, da Francesca, Pia, a Matelda, da Piccarda, a Didone e Cleopatra e molte altre sulle quali si rispecchiano le canzoni di De Gregori, Capossela, Sting, Fossati, Ligabue, i Beatles, intrecciando memoria, racconto, emozione e anche un pizzico di invenzione.
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Neri Marcorè e uno spettacolo unico
Al fianco di Neri Marcorè troviamo gli arrangiamenti di Stefano Cabrera, anche in scena al violoncello, Domenico Mariorenzi alla chitarra e pianoforte, Simone Talone alle percussioni e Flavia Barbacetto con Angelica Dettori come vocalist. La voce delle donne raccontate da Marcorè e riscritte dalla brava Francesca Masi conquistano il palco, anche se la narrazione a volte sembra zoppicante, quasi ingessata, non è così facile dare la degna autorevolezza alle parole di Dante.
Da Cardiologia di De Gregori a Vince chi molla di Niccolò Fabi, passando per Fields of Gold di Sting, si ricostruisce un paesaggio umano denso di suggestioni e significati. Per Francesca da Rimini, Marcorè sceglie Il bacio sulla bocca di Ivano Fossati, essendo proprio quel bacio a far scoccare la scintilla che dà vita a tutta la storia tra i due amanti. Marcorè azzarda, forse troppo, infatti tra gli accostamenti imprevedibili troviamo anche L’odore del sesso di Ligabue che si collega alla figura di Didone che tradisce la memoria del marito per l’amore irresistibile verso Enea. Poi arriva la luce della cananea Raab nel IX canto del Paradiso ed ecco catapultare il pubblico verso il famoso pezzo musicale dei Beatles Here Comes the Sun. Con Enjoy the Silence dei Depeche Mode si celebra Pia de’ Tolomei e il godimento del silenzio. L’idea alla base di questo nuovo spettacolo di Neri Marcorè è quella di dare voce a ciò che voce non ha nella Commedia, dove Dante incontra sì in maggioranza uomini, ma anche un numero certo non trascurabile (per quei tempi) di donne: un’antologia femminile attraverso la quale costruire un nuovo possibile dialogo.
Le divine donne di Dante
Con Le divine donne di Dante, Neri Marcorè prova ad andare oltre, attraversare i tre regni (Inferno, Purgatorio, Paradiso) nel lungo viaggio del Sommo Poeta, tentando (con poco coraggio e poco coinvolgimento) strade nuove e accogliere nuovi incontri.
C’è sicuramente un grande apprezzamento per questo esperimento ma che spesso lascia scoperto qualche nervo debole nell’impalcatura del progetto che non regge (purtroppo) la sublimità della poesia dantesca alla contemporaneità musicale degli autori rivistati e alla narrazione dell’artista marchigiano, forse sotto tono o semplicemente troppo grande è la sfida che conserva comunque il desiderio di riportare alla luce la voce femminile della Commedia sotto le stelle di una serata dedicata alla poesia.
A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.