Con Piccoli impedimenti alla felicità, Carla Vasio sonda il terreno della narrativa e del racconto. Nel suo libro, i protagonisti sono immersi nella quotidianità che deve fare i conti col cambiamento improvviso. Spesso sono ostacoli, altre volte impulsi che portano alla rinascita, alla vita. Ne parliamo con l’autrice in questa intervista, cercando di scoprire cos’è la felicità.
Carla Vasio, dopo poesie e letteratura arrivi al racconto. Hai trovato la formula giusta per parlare dei piccoli ostacoli nella vita di ognuno?
Ho trovato un forma, non una formula. Credo che ogni testo pretenda di assumere la propria struttura raccontata con le uniche parole che le si addicono – è questo il lavoro, per il resto il testo si fa da sé .
Chi sono i protagonisti dei tuoi racconti? Conta più la quotidianità o il cambiamento che si presenta improvviso?
La variante improvvisa formulata in un nuovo testo va riconosciuta e sostenuta. Questo è per me il piacere di scrivere.
E che cosa sono per loro, invece, i piccoli impedimenti alla felicità? Che cosa rappresentano?
Credo che siano proprio piccoli scarti di percorso che sembrano niente e invece cambiano la direzione della vita.
Per alcuni l’abitudine porta ad una morte interiore, per altri è una salvezza. Per te cos’è l’abitudine?
Ho poche abitudini. Preferisco rispondere via via a quello che chiede di diventare esplicito.
Carla, quanto è importante saper affrontare i cambiamenti, saperli riconoscere e cavalcarli?
È l’unico modo per vivere la propria vita senza mortificarla nella noia.
E che cosa vuol dire felicità?
Mi hai fatto belle domande, di cui ti ringrazio, e ho cercato di risponderti, ma questo davvero non lo so, non ancora. Appena mi si chiarisce l’dea, ti scrivo – intanto datemi tutti qualche buon suggerimento.