John Wilder, trentaseienne venditore di spazi pubblicitari su un rivista scientifica e protagonista di Disturbo della quieta Pubblica, esclama nel delirio dell’alcool e della follia: «Ho ucciso…ho ucciso Kennedy». Già prima, in un momento di lucidità mentre, seduto sulla poltrona di casa, vede da uno schermo televisivo l’arresto dell’assassino di Kennedy, si identifica con lui, comprendendone «le forze oscure» che lo hanno portato a premere il grilletto contro il Presidente: Kennedy, troppo bello, troppo ricco, intelligente e raffinato era l’incarnazione del mito, l’omicida invece parla «in nome della debolezza, delle tenebre nevrotiche, della battaglia senza speranza e delle passioni autodistruttive dell’ignoranza».
E delle passioni autodistruttive Richard Yates (1926-1992) fu cantore in sette romanzi (Revolutionary road è considerato il suo capolavoro) e in due raccolte di racconti: anch’egli in un certo senso, alcolista come la maggior parte dei suoi personaggi, dovette costituire un disturbo per la quiete pubblica, visto che, nonostante l’ammirazione di Tennessee Williams, non ottenne mai il dovuto riconoscimento. I suoi libri non vendettero mai più di quattordicimila copie, forse perché privavano il lettore delle lenti deformanti che rendevano scintillante un paesaggio invece opaco: non a caso fu considerato il padre del “realismo sporco”. Nei suoi romanzi non ci sono né sentimenti né affetti in grado di resistere al logorio provocato dal quotidiano svanire delle illusioni su se stessi e sugli altri.
Richard Yates
La discensio ad inferos del protagonista di Disturbo della quieta pubblica è esemplare da questo punto di vista, in quanto i luoghi dove essa avviene non sono esattamente quelli del degrado e dell’emarginazione: i genitori di lui sono riusciti a diventare milionari, l’appartamento dove vive con la moglie e il figlio è «alto e luminoso con vista sui grattacieli di Manhattan», la giovane e ricca amante Pamela, gli fa conoscere i suoi amici intellettuali, lo trascina a Los Angeles e gli consente di diventare produttore di un film autobiografico.
Ma è proprio il male a svelare a John la luce simulata emanata da questi mondi: Los Angeles, l’officina da cui escono i sogni, a lui pare un insieme di «catapecchie sabbiose segnate dalle intemperie». Cosi gli ospedali psichiatrici, i bar squallidi e bui, le sale per le riunioni degli alcolisti anonimi sono il vero volto dell’America, l’unico che consente di diventare veri tragicamente e senza speranza.
9788865592168