Una catapulta su un’epoca remota e un mondo dai contorni onirici, un calamo che tratteggia uomini e donne in balia di un destino oscuro, come relitti umani: sono solo due dei molti indirizzi interpretativi che è possibile seguire in La pietra per gli occhi. Venetia 1106 d.C., l’ultima uscita di Roberto Tiraboschi. Romanzo noir e insieme storico, la narrazione, che a tratti pecca di suspense, è un affresco particolareggiato di paesaggi, ambienti, personaggi, eventi.
L’autore ci accompagna tra i calle, i ponti, le darsene di una Venezia medievale, in fase di costruzione, che è ancora una costellazione di isolotti mal collegati, distese di saline, popolazione povera e ignorante, case fatiscenti. Qui si staglia l’azione del protagonista del romanzo, Edgardo, soprannominato lo Storpio per via delle deformità fisiche, chierico amanuense, esperto calligrafo, che a Venezia arriva, dall’abbazia di Bobbio, con l’amico monaco Ademaro, cacciatore di codici introvabili. Edgardo è quasi del tutto diventato cieco e, disperato per questa infausta possibilità, si fionda alla ricerca delle “pietre per gli occhi”, oggetti in cristallo purissimo per poter tornare a leggere, progenitori dei nostri occhiali. Si reca a Venezia per consultare un manoscritto arabo di ottica e vetrai esperti, che possano soddisfare la sua esigenza di tornare a vedere e quindi copiare.
(Roberto Tiraboschi)
Questa personale ricerca di Edgardo si interseca con altri due eventi: una serie di efferati delitti che hanno come vittime garzoni e giovani vetrai ai quali vengono cavati gli occhi e installati artificiali bulbi oculari in vetro; gli esperimenti del mastro vetraio Selgado per creare un vetro perfettamente cristallino e puro, così da riscattare una colpa tremenda.
Tutto il racconto è impregnato di inseguimenti, dialoghi impastati di termini dialettali veneziani e popolareschi, incontri con mercanti che vendono sottobanco reliquie di santi, ricordi, innamoramenti che travolgono esistenze e ne spezzano la tacita normalità. Riesce facile al termine della lettura non dimenticare Edgardo e il suo carico di fragilità, Selgado e il suo atteggiamento semiferino ma innocente, Kallis (la serva di Selgado) marchiata da un passato buio e da un destino impossibile, Tartaro che, come mastro vetraio in aperta competizione con Selgado, è disposto a ricorrere ad ogni mezzo pur di annichilire il suo avversario.
La pietra per gli occhi. Venetia 1106 d.C. è un canovaccio, che a tratti ricorda un romanzo di Ken Follett, su cui si consuma lo scontro tra ambiguità e scelte nette, efferatezze e emozioni candide, apparenza e realtà, bene e male, con lo sfondo perenne di una Venezia spettrale.
9788866325697