Provate ad affacciarvi da una finestra su una strada ben affollata. Che cosa vedete? Ora, chiudete quella finestra, pulite bene i vetri e lasciate che il sole vi accarezzi un po’, e poi guardate ancora fuori. Che cosa vedete adesso? Pur nella semplicità della struttura, delle storie narrate e persino del contesto, nella raccolta di racconti di Christian Raimo, Le persone, soltanto le persone, ci sono ampi margini per considerazioni profonde che spesso si intersecano tra loro. Parlo di considerazioni profonde non a caso, dato che ogni aspetto dei racconti sembra uscire da fitti pensieri sulla contemporaneità, o dalla grande capacità di guardare la realtà con il filtro dei sentimenti, che di solito porta alla semplicità. Su queste direttrici Raimo fa muovere i suoi personaggi che, per esempio, dopo incontri casuali ad una festa si gettano in relazioni extraconiugali, o sono vecchi amici (di cui uno ex tossicomane) che si ritrovano anni dopo segnati dalla vecchiaia che non ha però toccato le ossessioni. Poi c’è un pizzico di surreale quando leggiamo di Italo Calvino in un appartamento degli anni ’70 con un pezzo di hashish in mano mentre si mostra ostile con Pier Paolo Pasolini.
Ciò che è vincente, in Le persone, soltanto le persone, è il riflettersi di quelle direttrici portanti direttamente sulle storie. Capita così di ritrovarsi spaesati quando leggiamo, appunto, Calvino contro Pasolini, e di sorprendersi meravigliosamente nel racconto successivo, Il gioco sbagliato, in cui ci sono dentro la generazione di oggi, i sogni letterari, i giochi al massacro con se stessi, la rimozione del passato e persino Raimo stesso. I sentimenti che in un racconto tengono insieme una storia, o le persone che ne fanno parte, svaniscono di colpo nelle pagine successive e diventano arma di distruzione che agisce prima di tutto sui personaggi e poi, a cascata, su tutto il resto. Quell’occhio capace di guardare la realtà con semplicità di cui parlavo prima, permette all’autore di esplorare le vite, i particolari che sembrano insignificanti. Come se Raimo, prima di scrivere, si munisse di un panno per lavare via polvere e macchie sulla vita di ognuno, e attraverso il filtro di un vetro ben lucente lasciasse passare solo le lievi sfumature della luce della realtà. Così nascono l’ironia, la spietatezza (mai eccessiva), l’amore, quel pizzico di surreale. In fondo, anche voi affacciati dalla finestra di casa su una strada ben affollata vedreste tradimenti, passioni, errori imperdonabili, prove durissime da superare, come il perdono. Sono i motori che disgraziatamente, fortunatamente e semplicemente fanno girare il mondo.
Le persone, soltanto le persone, è un libro che descrive semplicemente tutti noi, che sfiorati da quelle sfumature di luce della realtà diventiamo fragili, instabili, sul punto di cadere. Ma ancora in grado di riconoscere i sentimenti, in qualche caso viverli senza troppe paure e talvolta vivere di paure, per amanti che vanno e vengono, fratelli e compagni di viaggio. «La gente se ne va sulla luna, ma si è scordata come si fanno le cose più elementari. Scopare, bere, respirare. Dev’essere tutto un suono interiore».
9788875215958