Daniele Cellamare – Gli ussari alati

Daniele Cellamare, docente di storia militare alla Sapienza di Roma, dedica Gli ussari alati, suo primo romanzo, all’assedio di Vienna, capitale del Sacro Romano Impero, avvenuto nel settembre del 1683 ad opera di un imponente esercito ottomano sotto la guida del gran visir Kara Mustafà. Si trattava di uno scontro anche di civiltà, allora come oggi: l’Occidente cristiano contro l’Islam. Il conflitto fra Oriente ed Occidente ha le sue radici nei tempi antichi: nel V secolo a. C. Serse, il gran re dei Persiani, mise insieme una poderosa macchina da guerra che le città greche sconfissero in battaglie divenute mitiche.

Storiografi e tragediografi, raccontando e rappresentando quella guerra, assunsero la prospettiva dei vincitori e la trasformarono, con buone ragioni, nell’epopea della libertà democratiche contro l’assolutismo monarchico. Ispirandosi forse a tali illustri precedenti, Cellamare riscopre un episodio storico su cui i manuali sorvolano e lo eleva a evento simbolo, in seguito al quale il destino d’Europa ha preso una direzione piuttosto che un’altra. Nel fare la cronaca dell’aggressione turca al cuore dell’Europa cristiana, lo scrittore si basa sui documenti. Il lettore ha in tal modo un quadro esaustivo delle forze in campo: da una parte uno schieramento di popoli sottomessi al sultano di Costantinopoli, dall’altra le nazioni europee disunite causa le rivalità fra le corone, ma pronte a mettere da parte divisioni ed egoismi per la libertà comune, eccezion fatta per la Francia di Luigi XIV. Il conflitto è comunque culturale, e l’autore de Gli ussari alati non finge d’essere imparziale: l’abdicazione degli aristocratici condottieri della lega Santa, messa insieme dal frate Marco D’Aviano, legato papale, il canto dei bambini alla Madonna sul campanile della città assediata, non possono che avere la meglio sulla ferocia del rapace condottiero turco nonché su una tradizione che cela nel fasto decapitazioni arbitrarie e fratricidi raccapriccianti persino nella famiglia del sultano. Un nemico simile non merita clemenza neppure se sconfitto e suicida: comprensibile l’esultanza di un cardinale di fronte alla sua testa mozzata offerta in omaggio!

La virtù è dunque qualità quasi esclusiva del guerriero e vale la pena, agli occhi dello scrittore, celebrare i veri eroi di quell’epopea: gli ussari alati, il corpo d’élite del re polacco Giovanni III Sobieski, noti per non aver perso mai una battaglia. Naturale per il loro nobile condottiero avere in premio l’amore della bella, altrettanto nobile, eroina.

ISBN
9788876254673
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