Miguel Sousa Tavares – Alba sporca

«Tutte le albe sono sporche. Solo le mattine sono pulite». La prima pagina del nuovo libro di Miguel Sousa Tavares e già comprendi di essere dentro una storia al confine tra luce e tenebre, proprio come l’alba. In fondo, ma molto in fondo, si vede la luce, e il percorso per arrivarci, alla luce, è un continuo di discese e salite pieno di incroci pericolosi e affascinanti tra le vicende di un gruppo di ragazzi e quelle di un intero Paese, il Portogallo, che dalla Rivoluzione dei garofani del 1974 che rovesciò la dittatura di Salazar fino ad oggi, è alla ricerca continua di un suo equilibrio e di un suo posto nel mondo.

Alba sporca inizia nel 1988, quando durante una festa universitaria di fine corso, Filipe viene approcciato da una giovane ragazza del liceo, Eva: alta, capelli lunghi che cadono su gambe e corpo bellissimi, felice, gioiosa e su di giri come tutti; come Zé Maria e João Diogo, tipi non propriamente tranquilli che si uniscono alla coppia. Da qui in poi la serata prende pieghe inaspettate, fatte di folli corse in macchina nella notte, bar e soste appartate in mezzo ai campi. Proprio durante una di queste soste i due ceffi abusano di Eva che, sconvolta e impaurita, corre disperata e grida tra i campi, inciampa, si rialza e continua a scappare fino a perdersi tra i cespugli, e ricomparire d’improvviso proprio davanti alla macchina lanciata a tutta velocità guidata dai ragazzi. L’impatto è devastante, il corpo viene sbattuto contro il vetro e poi scaraventato lontano. Filipe vorrebbe fermarsi ad aiutarla, ma Zé Maria e João Diogo glielo impediscono e decidono di fuggire, evitando l’accusa di omicidio.

È un libro in cui il tempo è un fattore determinante, Alba sporca. Perché nel suo trascorrere quegli eventi iniziano ad essere pesantissimi nell’animo di Filipe, e perché in quel tempo storico il Portogallo è corruzione, che cambia il volto di una nazione. E poi perché il tempo riapre le ferite, e qualcuno torna dal protagonista sostenendo di sapere tutto di quell’alba lontana. Maria Rodrigues, giovane magistrato decisa a far luce sulla vicenda, e gli occhi pieni di malinconia, come quelli di chi sembra aver sofferto nella vita.

Questo è un libro violento e di violenza: violenti i protagonisti, violento il Paese che li vede crescere ed invecchiare, violento il modo in cui il passato ritorna, sempre. È anche un libro politico, perché nella storia del Portogallo ci sono incomprensioni, paure, delitti, speranze, come in ogni storia politica di ogni Paese. È anche un libro di amori: proibiti, desiderati, tramontati, irrequieti e mai sopiti, proprio come i protagonisti di questa vicenda, come la storia di una nazione; proprio come tutti i veri amori, che muoiono un po’ all’alba, e il mattino se li porta via.

ISBN
9788854507708
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.