Daniele Ciprì: «"La buca" è il mio film in vinile»

Dopo È stato il figlio (2012), Daniele Ciprì torna al cinema con un nuovo film, La buca, nele sale dal 25 settembre, distribuito da Lucky Red. Protagonisti della pellicola, l’avvocato azzeccagarbugli Oscar (Sergio Castellitto) e l’ingenuo Armando (Rocco Papaleo), appena uscito dopo 27 anni di galera, trascorsi da innocente. Tra loro, anche una donna piena di grazia e umanità, Carmen (Valeria Bruni Tedeschi), che in uno scenario indefinito gestisce un bar, e un bastardino, Internazionale. E poi c’è la buca, una delle tante che si trovano sul manto stradale delle nostre città e in cui potrebbe inciampare il povero Armando, finendo contro un autobus ma incassando, in compenso, un bel po’ di denaro…

«Con La buca ho continuato a cercare qualcosa che non esiste in realtà – ha spiegato il regista venerdì scorso, in conferenza stampa a Roma -. Così mi sono spinto anche più degli altri miei lavori nel grottesco, nel passato. Ho deciso di girare in pellicola e ho fatto come un film in vinile». «Quando racconto una storia – ha spiegato oggi il regista -. Cerco più di evocare che di fare citazioni. Questo vale ancora di più per La buca dove ho messo dei personaggi buffi ai confini del mondo», che sembrano evocare i film con Jack Lemmon e Walter Matthau e, al tempo stesso, la grande tradizione della commedia all’italiana di Dino Risi e Mario Monicelli

Insomma, un film ancora più “al limite” rispetto ai precedenti lavori del regista, che è stato protagonista anche di un sodalizio con Franco Maresco, che proprio qualche settimana fa ha presentato a Venezia Belluscone – Una storia siciliana. Tra i più divertiti dall’esperienza c’è proprio Castellitto: «Dopo aver da poco abbandonato il mio ruolo drammatico In treatment [la serie tv di Sky in cui interpreta uno psicologo in crisi, n.d.r.] mi è piaciuto questo scatenamento fisico, da cartoon, quasi al limite dell’inciampo». In conferenza stampa, l’attore ha tirato fuori una t-shirt comprata in Canada con la scritta “Un buon avvocato conosce la legge. Un grande avvocato conosce il giudice”. «Questo in Italia accade spesso – ha commentato l’attore e regista -. E anche questo è commedia».

All’incontro con i giornalisti era presente anche Rocco Papaleo, che ha sottolineato come il suo Armando sia un personaggio «allo stesso tempo complesso, monotono e complicato da raffigurare. L’ho sempre immaginato come angelo che cade sulla terra dalla prigione, ma senza rancore, senza voglia di vendetta». Per la parte, Papaleo ha detto di essersi ispirato anche ad una frase di Nelson Mandela: «Per il personaggio di Armando ho tenuto a mente una frase di Nelson Mandela che, uscito dopo tanti anni di prigione ingiusta, è stato capace di non provare rancore. Con le dovute differenze il mio personaggio è così», ha spiegato l’attore. 

Ecco il trailer del film:

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