Per quale ragione il noto pianista Marek Olsberg interrompe a metà la sua esecuzione e abbandona il podio della Filarmonica di Berlino, lasciando il pubblico allibito? La rottura del rito e le misteriose ragioni che lo determinano sono l’evento clou del romanzo polifonico Il concerto, dello scrittore svizzero tedesco Alain Claude Sulzer, classe 1953. L’unica spiegazione la dà lo stesso artista al giovane Nico, incontrato in un bar dopo essere fuggito dal teatro: quel gesto stupefacente dettatogli dall’impulso, egli spiega, è stata «l’unica cosa davvero imprevista» di un’esistenza vissuta interamente all’insegna delle predeterminazione. L’infrazione alla quotidianità e alle sue convenzioni apre dunque uno squarcio all’interno di una realtà in cui ciascuno vive imbalsamato in un ruolo: come in molta parte della grande narrativa del ‘900 – si pensi a Pirandello, Proust ma anche alla filosofia di Bergson – la breccia nella parete consente all’uomo di conoscere, tramite un’intuizione illuminante, il senso/non senso dell’esistere.
(Alain Claude Sulzer)
Ne Il concerto il fatto inaspettato costringe i personaggi venuti ad assistere alla performance a fare i conti con una realtà fino a quel momento negata o del tutto ignorata: per gli uni si tratta dell’emersione di una parte latente di sé, per gli altri è il tramite casuale per una traumatica demolizione di certezze consolidate. Non è certo sorprendente che il romanzo focalizzi la sua attenzione su Marek quasi esclusivamente nelle pagine iniziali e in quelle conclusive: la dedizione assoluta all’arte non salva dalla schiavitù di una maschera, anzi è ciò che le dà forma. E l’ombra di quella maschera grava sulla folla degli altri personaggi come, appunto, «un pipistrello con le ali aperte sopra la preda». L’imprevisto dà modo a una moglie felice di accorgersi dell’infedeltà del marito, a un cameriere precario di diventare ladro, a un manager di scoprire in un’apprezzata escort la figlia di un vecchio amico, a un’adolescente di confessare alla zia la sua relazione con l’uomo da cui la donna è stata abbandonata, e così via, in una passerella di uomini e donne comuni, di cui lo scrittore segue il magma interiore fuoriuscito prima, durante e dopo il concerto.
Non vi sarebbe state esplosione alcuna, se da pubblico disciplinato tutti loro avessero assistito all’esecuzione: è come se il virtuosismo regolamentato in una cerimonia avesse perso d’efficacia. La musica, e implicitamente la letteratura, per recuperare la sua forza dirompente, deve uscire dai templi a lei consacrati e diventare polifonia del caos.
9788838930829