È un James Franco trascinante, decisamente imprevedibile e raggiante quello che ha fatto la sua comparsa alla Mostra del Cinema di Venezia. L’attore si è presentato al Lido con i capelli completamente rasati a zero e un cappellino da baseball calato sugli occhi per presentare da fuori concorso il suo nuovo film, The sound and the fury, da lui stesso diretto e tratto da un romanzo di William Faulkner, L’urlo e il furore.
«Sono attore, regista e molto altro. Ultimamente sono diventato anche insegnante. Troppe cose insieme? Non sono mai stato più felice», ha rivelato l’attore, che ha ottenuto il Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker. E pensare che, all’inizio, i fan neppure l’avevano riconosciuto. Franco ha regalato uno show comportandosi come il protagonista del suo film, Benjy, che è muto e ritardato, e al tempo stesso firmando autografi. Ad un certo punto, nella Sala Grande, con sullo sfondo il manifesto di un’edizione della Mostra del Cinema che non c’è mai stata, quella del 1977, il direttore artistico, Alberto Barbera, che per l’occasione ha indossato un gigantesco papillon nero, ha chiamato sul palco un certo Isaac Gerome, per conferirgli il «premio speciale della giuria per l’Arte, il montaggio e la visionarietà». A quel punto, i presenti hanno capito che Gerome era Franco e che, soprattutto, si stava girando una pellicola, Zeroville, tratta da un romanzo di Steve Erickson. L’attore ha ritirato il premio e, finito di girare, ha scherzato con il pubblico: «Stiamo girando un film, ve lo facciamo vedere qui il prossimo anno».
(James Franco firma autografi alla Mostra)
Riguardo The sound and the fury, Franco ha spiegato ai giornalisti: «Dopo 20 anni di carriera e aver fatto film di cassetta, film nominati agli Oscar e film orribili, ho capito che se avessi voluto vedere alcuni progetti sullo schermo di una sala avrei dovuto farli io come regista». Per As I lay dying, l’altro adattamento da Faulkner girato da Franco e ancora inedito in Italia, esisteva già una sceneggiatura da ben otto anni, ma nessuno sembrava interessato a farne un film. «Così mi sono detto: o do una scossa io oppure non si farà mai. Lo stesso è valso per The sound and the fury, e così improvvisamente mi sono ritrovato a realizzare un film da un grande classico americano, uno dei miei romanzi preferiti», peraltro già portato al cinema da Martin Ritt nel 1959.
Al centro, la storia (ambientata negli anni ’30) di una vecchia e ricca famiglia del Sud, i Compson, ora in decadenza. La differenza tra la pellicola di Franco e quella di Ritt la spiega lo stesso attore: «Il film degli anni Cinquanta non faceva altro che raccontare la storia di quella famiglia mentre l’interesse del romanzo risiede soprattutto nella sua struttura narrativa. Con il mio amico di Yale Matt Rager, scrittore, ci siamo presi la responsabilità di trovare un equivalente cinematografico alla scrittura assolutamente contemporanea di Faulkner».
The sound and the fury è interpretato da James Franco con Seth Rogen, Joey King e Scott Haze. Al momento non si conosce la data di arrivo del film nelle sale italiane. Ecco un’immagine dalla pellicola: