Andre Dubus III – La casa di sabbia e nebbia

«Mi dicono che i pasti, nella famiglie americane, si consumano davanti al televisore. Forse questo spiega l’espressione delle loro facce. Hanno gli occhi dei bambini molto piccoli, sempre in cerca di un passatempo, di una distrazione, di un sapore dolce in bocca»: questa è l’America per Behrani, coprotagonista di La casa di sabbia e nebbia, del 1999. Ex-colonnello dell’aeronautica dello Scià di Persia, costretto a lasciare l’Iran con la famiglia dopo la rivoluzione islamica, a San Francisco è ora parte della massa degli emarginati cui la prima potenza economica del pianeta nega dignità.

Nella vicenda dell’ex militare, Andre Dubus III trasforma il contenuto di un trafiletto di giornale in romanzo, allo scopo di demitizzare l’immagine che l’America ha di sé stessa. L’evento da cui scaturisce il dramma è la smentita della rappresentazione topica degli Stati Uniti come terra delle opportunità. Behrani compra all’asta per poco una villetta, espropriata per errore dalla Contea a Kathy, una giovane donna delle pulizie, abbandonata dal marito, con problemi di alcolismo. La proprietà della casa è il primo passo che potrebbe portare l’iraniano a diventare agente immobiliare e a riavere la ricchezza e il prestigio del passato; nel contempo la perdita dell’abitazione significherebbe per la donna sprofondare nel baratro.

(Andre Dubus III)

Le opportunità ci sono, dunque, ma a scapito di altri: il paradiso degli uni è l’inferno degli altri. Se l’esito è la perpetrazione della violenza e dell’iniquità, che differenza c’è fra la dittatura dello scià e la più evoluta della democrazie? La prospettiva bifocale del racconto in prima persona conferma per altro la natura di vittima ghettizzata sia nella donna derubata del bene primario sia in colui cui sarà concesso di emergere a patto di tradirsi per farsi squalo. Il messaggio implicito è che la visione del mondo di due perdenti dovrebbe unirli e non renderli  nemici. Tuttavia entrambi vivono in un Paese popolato di falsi miti che essi stessi finiscono  per incarnare: ovvio che il barlume di coscienza e la pietà affiorante a tratti nei duellanti non si trasformi mia in integrità morale o in solidarietà.

Il girovagare della donna su un auto rossa, la love story con il poliziotto, un confuso cowboy mancato, illustrano del resto la dissacrazione dell’America “on the road” e del “Far West” libero dei pionieri: in quel paesaggio senz’anima di centri commerciali e multiplex  il ricordo del  paradiso perduto arriva solo con il profumo dell’oceano, se si aprono i finestrini della macchina.

ISBN
9788865591901
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