Iván Repila – Il bambino che rubò il cavallo di Attila

Sentitevi pure in trappola, provate a scappare, a imprecare. Potete anche scegliere la rassegnazione, o seguire ogni gioco assurdo che la vostra mente vi proporrà, da un certo punto in poi. Ma non smettete mai di andare avanti, di convincervi che dietro ad ogni piccolo movimento ci sia un motivo, una spiegazione. È questo il nuovo romanzo di Iván Repila, una trappola, un pozzo non troppo profondo che permette di guardare fuori, ma troppo ripido per potersi arrampicare.

Ne Il bambino che rubò il cavallo di Attila, in quel pozzo, in mezzo al bosco, ci sono due fratelli. Il Grande è forte, protettivo, sembra sicuro di tutto, sembra sapere come andrà a finire. Il Piccolo è fragile, ha paura, scherza con la sua mente, la segue lontano. Nel buco, insieme a loro, un sacchetto con poco cibo, le provviste della mamma. Ma non le mangiano. Il Grande impedisce al Piccolo di avvicinarvisi. Così, i due si nutrono della polvere della buca, dei vermi, bevono l’acqua che filtra dalla terra. Sono in balìa del sole che opprime, delle piogge impetuose, e mentre il Piccolo cerca ostinatamente di aggrapparsi alla vita, il Grande è un passo più in là, lo osserva, ride, vince la paura e fa continuamente esercizi per mantenersi in forma. Divide il cibo scrupolosamente: l’ottanta per cento a lui e il rimanente al fratello.

Provate a guardare questa storia da qualsiasi angolazione, e vi sentirete comunque imprigionati, perché a volte state per entrare letteralmente nel libro e inveire contro il Grande, e un attimo dopo vi ritrovate persi nel vaneggiare del Piccolo, delirate con lui. Se fin dall’inizio fate il tifo per loro, non allarmatevi nello scoprirvi, in un angolo di voi, speranzosi per un solo istante che il buco si richiuda, inghiottendo ogni cosa. State tranquilli, fa parte del gioco, della trappola in cui siete finiti anche voi, del grande piano che davvero tiene i fratelli in vita.

Ogni azione, ogni tappa, ogni fase della storia è scandita da un mutamento del corpo dei due protagonisti. Sentiamo sulla nostra pelle la luce e il buio, rimangono ferite anche su di noi, e nella nostra bocca il sapore della terra. Un bambino ha rubato il cavallo di Attila e gli ha preso gli zoccoli, e ora dove calpesta non cresce più l’erba; ora fa parte di una storia che è una trappola, perché ad un certo punto non esiste più distanza tra lettore e libro, perché mentre il Grande diventa più forte e massiccio, il Piccolo si fa più debole e minuto, leggero. Qualcuno dovrà pur uscire da quel pozzo, trovare il senso di questa drammaticità, tornare a salvare l’altro e sciogliere i nodi che tengono imprigionati noi. Ma non meravigliatevi se una volta liberi, nella distanza ritrovata dal libro e dalla storia, in un angolo nascosto di voi stessi, per un solo istante, avrete voglia di guardare su e sentirvi in trappola, e comincerete a fare nodi sempre più stretti, fino a sentire il battere del vostro cuore.

ISBN
9788838931970
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.