#iostoconerri: parte oggi il processo a De Luca

«Se mi condannano per istigazione alla violenza non farò ricorso in appello. Se dovrò farmi la galera per avere espresso una opinione, allora la farò».

Con queste parole lo scrittore Erri De Luca ha commentato in un’intervista ad HuffPost l’inizio del suo processo, che lo vede imputato nella vicenda No Tav. De Luca, un passato in Lotta Continua, aveva espressamente detto che la Tav andava sabotata e che, in caso, un paio di cesoie sarebbero state utili per tagliare le reti. Le minacce non sono piaciute alla Ltf, la società incaricata di realizzare la tratta Torino-Lione, soprattutto perché questo è un momento piuttosto difficile e i movimenti no Tav abbastanza sul piede di guerra.

Il processo si apre proprio oggi a Torino e non sono mancate le dimostrazioni di solidarietà allo scrittore napoletano: infatti, sotto l’hashtag #iostoconerri, tante sono le iniziative che si sono mobilitate ieri, in numerose librerie d’Italia. Ma l’appoggio arriva anche dall’estero, da librai di Lione, Londra e Berlino, in difesa di un articolo imprescindibile della Costituzione, il 21, che recita «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».

Fiorella Mannoia, Luca Mercalli, Alex Zanotelli sono solo alcuni dei firmatari di un appello a favore di De Luca, il quale, sempre all’HaffPost, ha dichiarato: «Che la Tav debba essere sabotata perché inutile e nociva è un mio pensiero che continuerò a ripetere. Invece di “sabotata” potrei dire bloccata o impedita, quello è il concetto. Mi contestano il reato di istigazione alla violenza, ma è chiaro che mi processeranno per avere espresso un’opinione. In aula difenderò il diritto di parola, perché i giudici intendono il verbo “sabotare” in maniera restrittiva, ovvero come danneggiamento diretto. E invece sabotare nella storia ha sempre avuto un’accezione politica: anche gli operai che bloccavano le catene di montaggio sabotavano, pur senza rompere alcun macchinario. È questo il valore principale della parola sabotaggio in Val di Susa: l’opposizione politica all’opera».

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