Vent'anni senza Massimo Troisi: Napoli lo celebra

Il 4 giugno di vent’anni fa moriva Massimo Troisi. Il grande attore napoletano finiva stroncato da un infarto, esattamente 12 ore dopo l’ultimo ciak di quello che rimane probabilmente il film più bello tra quelli da lui interpretati, Il postino, di Michael Radford.

Per ricordarlo, il 10 giugno prossimo, l’assessorato alla Cultura del Comune di Napoli ha organizzato una giornata in suo onore, che si terrà al complesso monumentale di San Domenico Maggiore. Sarà l’occasione per ascoltare le testimonianze di alcuni colleghi, familiari e amici come Rosaria Troisi, Giorgio Verdelli, Enzo Decaro e Lello Esposito, accompagnati dalla musica di Enzo Gragnaniello e James Senese. Durante la serata, in collaborazione con la RAI, si svolgerà anche la proiezione del documentario di Giorgio Verdelli, Non ci resta che Massimo, e del film Non ci resta che piangere.

Troisi, nato a San Giorgio a Cremano (provincia di Napoli) il 19 febbraio 1953, cominciò la carriera di attore nel 1969, nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant’Anna, assieme ad alcuni amici d’infanzia. Tra questi, Lello Arena, con cui, assieme a Enzo Decaro, andò a formare il trio La Smorfia, che ottenne grande successo a teatro e in tv. Il successo al cinema arrivò dopo lo scioglimento de La Smorfia, già con il primo film, nel 1981, Ricomincio da tre, con cui Troisi (anche regista) vinse due David di Donatello, quello per il miglior film e per il miglior attore, e realizzò incassi da record. Tra le altre sue pellicole da regista, vanno ricordati Scusate il ritardo (1983), Non ci resta che piangere (1984, diretto assieme a Roberto Benigni), Le vie del Signore sono finite (1987) e Pensavo fosse amore… invece era un calesse (1991). Come attore, lavorò anche con Ettore Scola e Cinzia T.H. Torrini, senza perdere mai la sua napoletanità e quell’aria un po’ malinconica che da sempre si portava appresso.

Troisi, già nel 1976 aveva dovuto subire un intervento al cuore negli USA (soffriva di un’anomalia congenita): aveva potuto sostenere i costi dell’operazione grazie ad una colletta organizzata dal giornale Il Mattino. Alla vigilia delle riprese de Il postino (tratto da un libro di Antonio Skármeta), Troisi era tornato in America dal chirurgo De Beckey: sapeva di non poter affrontare da solo la fatica del set, ma volle comunque cimentarsi con l’impresa, per non lasciarsi sfuggire l’opportunità di lavorare con Philippe Noiret, che nel film (la cui regia Troisi scelse di lasciare a Radford) interpreta il poeta Pablo Neruda. Il 4 giugno del 1994, dopo aver finito di girare, Troisi si spense a casa della sorella Annamaria, a Ostia. Per la sua interpretazione e la sceneggiatura de Il postino, otterrà ben due nomination agli Oscar.

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