Lo potete trovare da oggi in tutte le librerie, La nostra gang (Einaudi). La prima edizione italiana fu di Bompiani, che pubblicò il libro subito dopo l’uscita negli Stati Uniti, con un nome non proprio bellissimo (Cosa bianca nostra).
Siamo nel 1971 e questa è la quinta prova di scrittore di Philip Roth: in precedenza, Goodbye, Columbus e cinque racconti (1959), Lasciarsi andare (1962), Quando lei era buona (1967), Lamento di Portnoy (1969). Con La nostra gang, l’autore narra le gesta di Trick E. Dixon e la sua gang. Dixon, ovvero Nixon, perché quando Roth scrisse questo testo, di getto, mancava appena un anno allo scandalo Watergate: con questo libro profetico, Roth mise in scena la retorica del potere, la sua capacità di manipolare le coscienze, oltre che la corruzione della politica nixoniana.
Acquista i libri di Philip Roth su Ibs.it
È noto che Roth non fosse esattamente un sostenitore di Nixon: per questo lo derise e denigrò, dipingendolo come un presidente capace di camuffare le menzogne sotto un’apparente facciata di perbenismo. Così il romanzo si tinge di toni grotteschi, con «l’invasione della Danimarca, il lancio dell’atomica su Copenaghen e una rivolta di boy scout soffocata nel sangue».
(Richard Nixon)