Robert Louis Stevenson – Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde

È il 1886 quando Robert Louis Stevenson pubblica un breve romanzo, prima di lasciare la sua Inghilterra. Sono lontane le avventure de Le nuove notti arabe (1882) e dei pirati de L’isola del tesoro (1883). Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde è un racconto che va totalmente dalla parte opposta: una storia urbana, cupa, dai sottofondi giallo-polizieschi. Ma anche una storia che mostra una scrittura oramai matura, soprattutto per le tematiche che ci presenta.

In una Londra grigia e sinistra si muove il dottor Jekyll, rispettabile uomo dell’alta società che non vuole perdere quella spinta alla vita e alla libertà che pulsa in lui. Così, per far convivere passioni professionali e istinti vitali, crea la pozione che lo trasforma nel doppio di se stesso, Mr. Hyde, un essere inquietante, capace di ogni brutalità. Le due entità entrano però in conflitto, e quando Jekyll perderà il suo controllo su Hyde le conseguenze saranno inevitabili.

Stevenson scrive una storia di poche pagine in cui l’autodistruzione detta il ritmo del racconto. Il tema forte del contrasto tra bene e male, tra buio e luce, tra eroi e antieroi, ci sbatte in faccia la verità di come sia facile identificarsi con la parte peggiore di noi stessi. Hyde è il lato diabolico, che si nutre della solitudine di Jekyll; un’altra metà di se stesso, e non un demone che arriva dall’esterno. Le due anime sono legate da un filo tanto potente quanto sottile, quello della memoria. Nel commettere nefandezze, Hyde fatica a togliere dalla mente il senso di colpa e il ricordo del rispettabile dottore, così come Jekyll deve fare perennemente i conti con il ricordo e la presenza di Hyde. Morte e rinascita si fondono e si materializzano continuamente in questi due personaggi.

Riguardo al contesto storico in cui Stevenson scrive il racconto, il pensiero non può non andare alla psicoanalisi, che nel secondo Ottocento inizia a lavorare sui problemi dell’identità, sullo spaesamento e sulla non-appartenenza. Così come, nel libro, è evidente la critica al perbenismo della società vittoriana (che Jekyll rappresenta), il cui eccessivo autocontrollo non riesce comunque a dominare la parte più istintiva dell’uomo. Brutale e affascinante: è questa l’altra metà di noi, in un gioco di doppi e di specchi che toccano le corde più sensibili dell’animo umano.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.