Jodi Picoult – L’altra famiglia

L’altra famiglia è l’ultimo, commovente libro di Jodi Picoult, nuova regina del legal thriller americano e autrice del best-seller La custode di mia sorella, da cui è stato tratto l’omonimo film con Cameron Diaz e Alec Baldwin. Difficile catalogarlo in un genere: volendo a tutti i costi definirlo, infatti, si correrebbe il rischio di sminuirne la complessità, le mille sfaccettature che a mio avviso ne fanno uno dei romanzi più affascinanti e intensi usciti in Italia negli ultimi mesi. Il tocco della Picoult resta inconfondibile, così come la straordinaria capacità di descrivere gli stati d’animo dei personaggi in maniera lieve ma accurata, facendo sì che il lettore s’identifichi con essi sviluppando fin dalle prime pagine un’empatia, una partecipazione emotiva che solo i grandi scrittori riescono a evocare. Del resto le tematiche trattate non sono delle più facili, e il lieto fine non è affatto scontato: proprio la scelta di incentrare il romanzo su temi quali l’amore omosessuale e l’incapacità di avere figli dà all’opera uno spessore sociale difficilmente riscontrabile altrove, quasi un marchio di fabbrica per un’autrice che diventa sempre più eclettica.

Zoe Baxter di mestiere fa la musicoterapeuta, è sposata con Max, l’amore di sempre. Una vita felice, quella della coppia, che però giorno dopo giorno, anno dopo anno – ne passano ben dieci –, viene minata dall’incapacità di avere figli; finché, un giorno, Zoe finalmente rimane incinta. È al settimo mese quando però la gravidanza s’interrompe, e la donna precipita in un baratro sempre più profondo, un dolore incomunicabile che la porta alla depressione e alla fine del suo matrimonio. Per cercare di reagire, Zoe si dedica anima e corpo alla sua professione: aiutando gli altri, infatti, indirettamente aiuta un po’ se stessa.

La sfida più grande si presenta quando lei e la collega Vanessa cercando di dare una mano ad un’adolescente che ha tentato il suicidio. Il rapporto delle due donne si fa via via più stretto, un legame profondo, tenace, che non tarda a trasformarsi in amore. Un sentimento così forte che Zoe desidera costruirsi una nuova famiglia proprio con Vanessa, avendo con lei quel figlio tanto desiderato; per farlo, però, le due donne dovranno utilizzare gli spermatozoi che Zoe e Max avevano conservato in una banca del seme, anni prima. Ma l’ex marito della donna si oppone con tutte le sue forze all’idea che la nuova coppia abbia un bambino, un figlio ch’egli considera proprio. Il caso finisce in tribunale, dove i due si scontreranno senza esclusione di colpi, dimentichi dell’amore che li ha uniti un tempo. A confrontarsi non saranno soltanto un uomo e una donna, ma anche due visioni completamente diverse dell’amore e della famiglia, due modi di pensare agli antipodi, che ai giorni nostri spaccano quasi in due la società, dividendola su quelli che sono i temi fulcro dell’esistenza umana: il dono della vita, l’amore sentimentale e sessuale e l’idea di famiglia destinata probabilmente a una rivoluzione ancor più radicale di quella cui stiamo assistendo.

Come narratrice, la Picoult non prende parti né da giudizi: si limita a osservare e a raccontare nel suo solido modo delicato, arguto, mai noioso. L’altra famiglia è un libro intenso e toccante che non solo ci fa appassionare alle vicende dei protagonisti, ma spinge a riflettere su tematiche più che mai attuali.

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