Sophie Hannah – La culla buia

Lo ammetto: non vedevo l’ora di leggere questo romanzo. Tanto per cominciare, il nome di Sophie Hannah, regina del giallo psicologico di provenienza anglosassone, è garanzia assoluta di tensione, pathos e imprevedibili colpi di scena; se poi, com’è il caso del suo ultimo romanzo La culla buia, al suo nome si associa una trama che già a leggerla di sfuggita dà i brividi, beh, allora il brivido – e, perché no, il divertimento – è assicurato. In questo romanzo la Hannah si occupa di una tematica attuale e controversa, decisamente inquietante per gli oscuri risvolti psicologici che comporta.

Cosa succede nella testa di una madre che vede morire i propri figli, poco più che neonati, e che si vede accusata del peggiore dei crimini, quello di averli uccisi con agghiacciante e lucida premeditazione? È questo l’interrogativo che fin dai primi capitoli ossessiona tutti i protagonisti di questa storia. La vicenda, infatti, ruota attorno a un gruppo di donne – Helen Yardley, Ray Hines e Sarah Jaggard – accusate di aver ucciso i propri figli ancora in culla. La difesa tuttavia sostiene si tratti di SIDS, la sindrome della morte in culla, una patologia ancora oscura per cui molti neonati vengono ritrovati morti senza alcun motivo apparente, senza evidenti segni di violenza sul corpo né sintomi che facciano pensare a una malattia pregressa.

Come fare a capire chi è colpevole e chi invece è davvero innocente? C’è però chi sembra aver deciso che tutte queste donne, indistintamente, siano innocenti. In primo luogo Laurie Nattrass, ricco produttore televisivo intenzionato a girare un documentario su come la vita di queste donne sia stata distrutta da un tragico errore giudiziario; protagonista assoluta, prima tra le tre donne a essere condannata e poi scarcerata in appello per mancanza di prove, è la giovane Helen Yardley, decisa a far di tutto perché le donne nella sua stessa situazione ottengano finalmente giustizia. Ma Helen Yardley è davvero innocente? E come mai tutti gli uomini coinvolti nel suo caso, dal marito Paul all’ispettore Proust, fino all’ambiguo Nattrass, sono ciecamente convinti che la donna dica tutta la verità, anche quando numerosi dettagli indurrebbero a pensare il contrario? Quando poi la Yardley viene ritrovata assassinata nella sua abitazione, i dubbi degli inquirenti si moltiplicano, tanto più che anche Sarah Jaggard, uscita di prigione psicologicamente distrutta, viene aggredita e quasi uccisa durante quello che sembra un maldestro tentativo di rapina. Chi aveva interesse a uccidere la paladina delle “madri-assassine”? Si tratta di un fanatico, oppure di qualcuno che la conosceva e la riteneva pericolosa? Particolarmente strano il coinvolgimento della terza madre accusata e poi assolta, Ray Hines, che sembra sapere molto più di quello che dice e che cerca in tutti modi di nascondersi alla polizia e alle sue scottanti domande…

La culla buia è un giallo teso come la corda di un violino, dove la realtà ha mille facce che si alternano di continuo, disorientando il lettore. Pochi autori come la Hannah riescono a destabilizzare chi legge e a fargli cambiare continuamente opinione; la tensione generata da una trama convincente e anticonvenzionale viene aumentata in maniera esponenziale dall’approfondimento psicologico che da sempre caratterizza questa autrice. I suoi romanzi, soprattutto quest’ultimo, sono viaggi all’interno di menti complesse, ambigue e tormentate, spesso malate, uomini e donne che ci assomigliano, che hanno nevrosi simili alle nostre e in cui abbiamo il terrore di rispecchiarci, ben sapendo che la follia è innata nell’essere umano, e varcare il confine che porta alla malattia è facilissimo.

Chi sono davvero le donne che uccidono i loro figli? È questo l’interrogativo che aleggia tra le pagine del libro. Perché lo fanno, se davvero, come sostengono gli esperti, li amano nello stesso modo in cui li ama una donna che mai torcerebbe un capello alle proprie creature? Com’è facile immaginare, non vengono fornite risposte né strumenti per interpretare una realtà che si presta a infinite letture: una è quella che ne dà la Hannah, regalando al lettore un giallo da brivido, particolarmente adatto a essere letto sotto l’ombrellone.

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