Una scritta bianca su sfondo nero, una sorta di lapide. È così che appare sugli scaffali di una libreria Everyman.
Il libro, forse il più doloroso di Roth, si apre con il funerale del protagonista e il suo elogio funebre da parte della figlia e del fratello maggiore. Seguendo poi una narrazione del tutto particolare si sofferma principalmente sulla storia clinica del protagonista, il suo rapporto con la malattia e, negli ultimi anni, con la morte.
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La trama
Il senso di perdita, la nostalgia, la sconfitta, la precarietà della condizione umana, sono i temi sui quali si trova a riflettere il protagonista senza nome di Roth – l’uomo qualunque appunto – giunto ormai agli sgoccioli della sua vita.
Ed è la lancinante consapevolezza che «è impossibile rifare la realtà, devi prendere le cose come vengono, tener duro e prendere le cose come vengono» che lo accompagna nel corso di questo suo viaggio senza ritorno.
Un viaggio che nella sua ultima parte, la vecchiaia, è sentito come sempre più doloroso e arduo («la vecchiaia non è una battaglia, è un massacro») soprattutto per il ricordo di quello che nel viaggio si è perso: i matrimoni falliti, i compagni, il lavoro, e quindi il senso di solitudine, il dolore rabbioso del malato che, per invidia della salute di chi gli sta intorno, allontana da sé i rapporti umani, come il protagonista allontana suo fratello maggiore, Howie.
Everyman – La recensione
Una degenerazione che è però soprattutto fisica, evirato dal suo aspetto che non gli consente di avere i rapporti sessuali che vorrebbe, reso debole dal passare del tempo, il protagonista rimembra con malinconia le sue nuotate nell’acqua verde dell’oceano, il suo giocoso rapporto con le donne e i suoi fugaci tradimenti. Al ricordo di tutto questo, l’uomo qualunque si trova a pensare sé stesso come qualcosa di non più umano, uno scarto ai margini della vita e della società.
In antitesi alla sconcertante fragilità umana c’è l’indistruttibilità del diamante, l’oggetto che il protagonista impara ad apprezzare nel negozio di gioielleria del padre, un pezzo di terra indistruttibile, qualcosa che eleva un semplice operaio al «marito di una donna con un diamante».
Roth, attraverso il suo protagonista, esprime l’insostenibile pesantezza di chi è senza fede, l’inimmaginabile prospettiva della morte come salto nel vuoto («la morte è solo la morte»), un grande sipario nero che cala sull’esistenza, nient’altro.

Philip Roth
Casa editrice
Einaudi
Anno
2014
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
123
ISBN
9788806220006