Jon Kalman Stefánsson Paradiso e inferno

Jon Kalman Stefánsson – Paradiso e inferno

Paradiso e inferno arriva dritto al segno. Stefánsson ci prende letteralmente per mano e ci porta nel nord più estremo d’Europa, dove la distanza tra uomo e natura si riduce al minimo, dove l’uomo non vive il paesaggio, ma è come il paesaggio stesso.

Da ciò che lo circonda, in Paradiso e inferno prende il lento scorrere della vita, le lunghe stagioni, la solitudine, i destini immutabili. Straordinario come le identità delle persone si plasmino tra i giorni e le notti.

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La trama

Un Ragazzo e la sua solitudine, l’amico pescatore appassionato di libri e parole. Per questa passione morirà di freddo, dimenticando la cerata in una battuta di pesca mentre cerca di ricordare i versi del Paradiso perduto di Milton. Tragedie e ritorni verso un destino diverso, verso nuove possibilità, alla ricerca di uno scopo, di un senso per vivere, di un valore da dare alle parole dette, lette, scritte.

Letteratura e poesia attraversano le pagine del libro, e a parte il chiaro riferimento all’opera di Milton si possono ritrovare rimandi ad altri capolavori della letteratura. Stupende le pagine che descrivono la battuta di pesca degli abitanti del villaggio, che richiamano alla mente Hemingway e Il vecchio e il mare. Gente semplice che pesca per vivere, sola contro le forze della natura. Chi sopravvive ne uscirà cambiato.

Paradiso e inferno – La recensione

È il mare a ricordare la solitudine. Paradiso e inferno è un inno al mare, alla sua bellezza, alla sua pericolosità, alla gente che se lo porta dentro.e per quel mare vive, o da cui vuole scappare.

Amabile lo stile di scrittura, una leggerezza a cavallo tra il romanzo e la poesia, anche senza rima. Si sente freddo a leggerlo e ci si immagina le rocce a strapiombo sull’acqua. Si ha paura di se stessi e si cerca di trovare il destino nel viaggio di 231 pagine.

Stefánsson ci regala squarci di amore, dell’incapacità di viverlo o di provarlo, delle sue pieghe nella poesia; ci regala i sogni, l’unica arma con cui poter scappare da quel mondo immobile: «A volte è nel sonno che si è più felici, sei al sicuro, il mondo non può raggiungerti». Sognare per sfuggire alla morte, allo strano rapporto che hanno con essa i protagonisti di questa storia.

Un passaggio, una compagna di ogni giorno, un modo per farsi ricordare, un mezzo per far scendere le anime leggere a terra come piume. Un po’ come l’Antologia di Spoon River, questo libro è colmo di ricordi, cose che se ne vanno, passato, echi che tornano da lontano.

copertina
Autore
Jón Kalman Stefánsson
Casa editrice
Iperborea
Anno
2015
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
232
ISBN
9788870911909
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.