Alexandre Dumas

Alexandre Dumas con Leggende, fatti e meraviglie di Napoli

Si intitola Leggende, fatti e meraviglie di Napoli ed è il libro di Alexandre Dumas portato in libreria da Quodlibet in questo periodo. La traduzione è di Gino Doria.

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Tutto scritto con la maestria e la vivacità del Dumas romanziere fluviale, allora al colmo della sua gloria. La postfazione di Luigi Morrone inquadra il libro nella vita di Dumas a quell’epoca, e delle sue fonti d’informazione.

Alexandre Dumas – Leggende, fatti e meraviglie di Napoli

Quest’opera di Dumas si legge come un romanzo; pubblicata in francese nel 1843 col titolo Le Corricolo, che è il nome di una piccola carrozzella tirata da un cavallo con la quale Dumas poteva girare per Napoli e passare per i più stretti vicoli, dove raccoglieva e si appuntava i tanti aneddoti, le osservazioni dirette, i racconti e le leggende che circolavano per questa città unica, molto amata, piena di vita, come un’Italia a sé, con la sua storia, i suoi usi e costumi e le credenze leggermente pagane; e dove uno sfarzo meraviglioso stava accanto alla più toccante miseria.

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Alexandre Dumas

L’amore per l’Italia lo mise poi al fianco di Garibaldi nella famosissima spedizione dei Mille che terminò appunto a Napoli, dove nel 1864 fu nominato Conservatore dei Musei, promuovendo gli scavi di Pompei.

Qui parla animatamente della singolarità dei quartieri di Napoli, dell’opera lirica, dei cosiddetti lazzaroni, del re «Nasone» Ferdinando I con relativi e risibili aneddoti, della jettatura e degli jettatori più potenti e innominabili, e poi san Gennaro coi relativi miracoli, l’ingresso all’Inferno, ecc. ecc., e anche parla delle sue personali avventure napoletane.

L’autore

Alexandre Dumas (padre, 1802-1870) è stato un famosissimo scrittore francese, autore di grandi romanzi popolari, che uscivano a puntate, ancora oggi letti e leggibili con gusto e passione: I tre moschettieri (1844), Il conte di Montecristo (1846), per citare solo i più noti. Scrisse anche opere teatrali e corrispondenze per i giornali; la sua produzione fu immensa, occupa 257 volumi, più 20 di memorie. Scriveva aiutato da vari collaboratori e riciclando magistralmente libri altrui, in un vero e proprio esempio di grande industria narrativa. E come Napoleone aveva bisogno dei suoi generali, così lui, diceva, aveva bisogno dei collaboratori.

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