Uscito da qualche settimana su Netflix, La società della neve è forse uno dei film più attesi dell’anno, dopo essere stato presentato alla cerimonia di chiusura dell’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il 9 settembre 2023.
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Una storia impressionante, vera, autentica, gelida e ruvida più di ogni altra cosa. La società della neve racconta perfettamente come l’uomo possa restare aggrappato a qualsiasi cosa pur di sopravvivere alle situazioni più estreme. Una storia di sopravvivenza, di amicizia, di resistenza oltre ogni limite.
La trama
Nel 1972, il volo 571, che trasportava una squadra di rugby in Cile, si schiantò sulle Ande. Dei 45 passeggeri a bordo, solo 29 sopravvivono allo schianto, intrappolati in un ambiente ostile e inaccessibile. Intrappolati in uno degli ambienti più inaccessibili ed inospitali al mondo, dovettero adottare misure estreme per garantire la loro sopravvivenza. Dopo due mesi saranno in 16 a riuscire a mettersi in salvo.
Il film è tratto dal libro La società della neve. La storia mai raccontata dei sopravvissuti al terribile disastro aereo sulle Ande, scritto da Pablo Vierci.
Il racconto dell’odissea che solo pochi di loro riusciranno a superare. Con temperature che di notte raggiungono i -30°C, vessati da valanghe e dalla mancanza di cibo e acqua, i superstiti dello schianto affrontano un inferno ghiacciato nell’attesa dei soccorsi. Dopo settimane di stenti, alcuni di loro decidono di intraprendere una difficilissima marcia attraverso le montagne, per chiedere aiuto in qualche zona abitata. Il libro, e soprattutto il film, raccontano con crudo realismo la loro lotta per la sopravvivenza.
La società della neve – La recensione
Dopo aver visto La società della neve nel pomeriggio “stanco” di una qualunque domenica di febbraio, comodo sul tuo divano sotto la tua coperta, ti accorgi che in fondo non fa così freddo come pensavi. Che alcune storie meritano davvero di essere raccontate, e che forse, anzi, sono raccontate ancora poco. sono storie di uomini qualunque che sono diventati eroi, in questo caso eroi di loro stessi, delle loro vite da proteggere.
Del disastro aereo avvenuto nel 1972 sulle Ande tanto si è scritto e tanto si è visto. Un episodio talmente incredibile che è stato al centro di libri e film (da “Alive” del 1993 a “Yellowjackets” di Showtime). Ma la pellicola uscita su Netflix e candidata a due Oscar come Miglior film internazionale e Miglior trucco e acconciature va oltre qualsiasi opera sino ad ora realizzata.
Perché è tratta da un libro, perché dà voce vera ai sopravvissuti, perché entra nel dettaglio, ci trascina in volo con la squadra di rugby uruguayana, ci rende partecipi delle vite di ragazzi di vent’anni appena affacciati sul mondo e sulla vita, ma poi di colpo ci scaraventa in mezzo alle montagne con loro, e subito sentiamo l’odore della morte di chi non c’è più. Allora inizia la parte del pomeriggio in cui stai scomodo nella tua coperta, perché hai freddo pure al caldo, perché ti muovi per il senso di claustrofobia se pensi a come può essere stare imprigionati dentro la carcassa di un aereo sotto una valanga. Perché ti senti sporco, affamato pure tu; perdi il fiato, poi riemergi, ci provi, sei ferito fuori e dentro, piangi.
Funziona per questo La società della neve, perché non c’è un centimetro di corpo e di anima che non sia completamente immerso in questa storia di sopravvivenza, di dolore, di coraggio, di umanità, di resistenza estrema del genere umano. Qui si va oltre l’immaginazione, si fa i conti con la morte e con la vita, si sceglie a volte da quale parte stare e a volte non si sceglie affatto. Ci si arrabbia, si riflette, si ricorda e mai ci si dimentica. Di sicuro ci si sente fortunati e si continua ad amare ancora di più la narrazione, la memoria, la voglia di non dimenticare.
Juan Antonio Bayona
Genere
Drammatico
Anno
2023
Attori
Enzo Vogrincic - Matias recalt -
Durata
144 minuti
Paese
Spagna