Romanzo di crinale

Romanzo di crinale – Silvano Scaruffi

La casa editrice NEO ci ha ormai abituati a portare in libreria piccole “schegge letterarie” quasi impazzite, che poi ti accorgi pian piano essere dei veri e propri gioielli. Quella loro caratteristica di non essere incasellate in nessuna categoria ben precisa li rende piene di fascino.

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L’ultima in ordine di tempo è Romanzo di crinale, di Silvano Scaruffi. Un’opera di frontiera, in cui protagonista assoluto è l’entroterra, coi suoi limiti, i suoi problemi, le sue storie e, soprattutto, la sua gente. Un romanzo che parla di “aree interne” meglio di qualunque pubblicazione scientifica o convegno.

La trama

Strambi figuri abitano un piccolo paese dell’Appennino più remoto. C’è Bunga che va in giro con un verme dentro un vaso di vetro dicendo che quello è il capostipite della famiglia, e guai a chi lo tocca, c’è Brasco che tiene il bar, e Romma e Burasca che del bar sono frequentatori assidui.

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Poi c’è la Viola che ha sposato Ginasio e la Flora dei Verduga che osserva sempre Ginasio dormire sotto un ciliegio mentre sogna il futuro.

Intanto è arrivata la SIO, la società che sta costruendo il Parko, i terreni vengono espropriati e dalle profondità arrivano misteriose scosse. E c’è Bestio, che sottoterra ci abita, e vede. Un romanzo di crinale, terroso nella lingua e nell’impasto, e l’oscuro progresso che investe una comunità scalcagnata, che in queste terre ha radici antiche e ci si aggrappa come le rocce alla montagna madre.

Romanzo di crinale – La recensione

Esiste, in Italia, una definizione di aree interne: sono quelle zone più periferiche, distanti dai servizi essenziali, a forte rischio spopolamento e dove la qualità educativa risulta spesso compromessa. Si fa un gran parlare oggi di aree interne, tanto che lo Stato ha elaborato una Strategia Nazionale per le Aree Interne, volta allo sviluppo, all’inclusione e alla coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione.

Romanzo di crinale è, a mio avviso, un vero e proprio manifesto delle aree interne. Un romanzo di entroterra, perché in molti casi di questo si parla. Qui non c’è il mare, ci sono le montagne che circondano piccole case. Un romanzo di confine, perché le zone di cui si parla sono, in molti casi, al confine del mondo, lontane dalle città, dalla vita frenetica, in cui le giornate sono scandite da ritmi diversi.

Silvano Scaruffi scrive un’opera incisiva, rappresentativa, essenziale. Dà voce a intere popolazioni italiane, alle loro tradizioni e ai linguaggi. E proprio il linguaggio di questo libro è unico, quasi onomatopeico, un misto di dialetto, poesia e ruvidità che riporta all’ancestrale, alla musicalità d’origine.

Delle aree interne ci sono i personaggi: caratteristici, simbolici, centrali e centralizzanti per la comunità. Sì perché di questo parliamo quando di mezzo ci sono le aree interne: della possibilità di creare o mantenere una Comunità. Un barlume di civiltà e socializzazione che tiene unite le persone. Qualche volta è il bar, qualche volta il vino, molto spesso le storie e la memoria.

Questa è resilienza. La capacità di mantenere vive le radici, anche quando l’intero territorio intorno a te sta andando alla deriva. Alla deriva come i territori colpiti dai terremoti, che hanno cancellato case, persone, intere comunità in qualche caso. Ciò che si dovrebbe capire, e che leggendo questo romanzo appare cristallino, è che il territorio è fatto dalle persone che lo abitano, che lo vivono. Mantenere le loro storie, far respirare legami per cicatrizzare i dolori: questo vuol dire lavorare per le aree interne, per evitare la deriva.

Romanzo di crinale è un concentrato potentissimo di concetti da prendere e gettare sul tavolo di chi, da lontano, prende decisioni, o si riunisce in Commissioni con la pretesa di sapere come si vive davvero al confine, cosa serve. Così leggiamo dello spopolamento, della socialità, della perdita delle tradizioni, del conflitto tra progresso e natura. Ma leggiamo soprattutto del senso di identità, che vale sia per le persone che sia per i luoghi.

Così, in un gruppo di case ammucchiato con intorno monti a raggiera, “l’aria che sa di frontiera, la terra di colonizzazione e le persone di deriva, sono accadute cose. E da quel momento si sono susseguiti giorni nei quali viene buio presto, e sera tardi”.

«Rimane il fatto che il Parko, che è poi questo territorio, esiste perché esistono le persone, le loro storie, le cose che hanno vissuto e hanno da raccontare. Mica per i fischi delle marmotte. Bisognerebbe poi anche tenere in conto che noi che ci viviamo, qua, non siam mica “tutti quelli che passano”. È inutile star lì a ridire che manca il lavoro, mancano le strade, mancano i servizi, manca questo e manca quello. Ormai l’abbiamo capita ‘sta fola: qua ci manca tutto. Ma a noi, può poi anche darsi che non ci serva niente».

#Commissioniguadagnate

copertina
Autore
Silvano Scaruffi
Casa editrice
Neo Edizioni
Anno
2024
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
160
ISBN
9791280857224
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.