Frédéric Gros arriva in libreria in questo mese di gennaio con Perché la guerra? Il volume è pubblicato da nottetempo con la traduzione di Raffaele Alberto Ventura.
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Chiamando a raccolta grandi filosofi politici, da Platone a Machiavelli, da Hobbes a Marx, senza dimenticare le intuizioni di Freud e le analisi di Schmitt, Gros cerca di rispondere a quest’interrogativo, legato ad altre questioni decisive: cos’è una guerra “giusta”? Quali sono le forze morali coinvolte in un conflitto, e qual è l’“ingiuria” che rende lecita la violenza armata? È lo Stato che fa la guerra o è la guerra che fa lo Stato? Fino alla domanda ultima, e insieme più stringente: per quale pace, la guerra?
Perché la guerra? – Frédéric Gros
La guerra sarebbe “morta a Hiroshima” quasi ottant’anni fa, per usare l’espressione di un generale francese. Nel senso che non la si poteva più concepire, dopo la colossale distruzione della Seconda Guerra Mondiale. Sembrava un punto terminale, sancito dall’equilibrio perverso della Guerra Fredda in bilico sull’apocalisse nucleare e dalla creazione dell’ONU nel 1945, il cui scopo principale era impedire nuovi, catastrofici conflitti internazionali.
Eppure, come Frédéric Gros osserva esplorando sia il concetto di guerra, sia la sua origine, i suoi stili, le sue pratiche storiche e l’immaginario che li attraversa, la guerra non si è mai fermata, né accenna a farlo. Come mostrano, con un’evidenza tragica e lampante, l’attuale conflitto in Ucraina (il ritorno della guerra vera, si è detto superficialmente) e la massiccia offensiva israeliana nella Striscia di Gaza dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Guerra classica, guerra “regolata” o deregolamentata, “giusta da entrambe le parti” o per “giusta causa”, guerra totale, globale, di “caotizzazione” o per procura: mentre le forme dei conflitti si trasformano e le distinzioni tipologiche si susseguono, resta ineludibile una domanda “di fronte alla quale la filosofia indietreggia”: perché la guerra?
L’autore
Frédéric Gros, filosofo e romanziere, è professore a Sciences Po a Parigi, dove insegna Pensiero politico. È il curatore delle opere di Michel Foucault nella Pléiade. Si è occupato di storia della psichiatria, di filosofia del diritto e del pensiero occidentale sulla guerra. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue; in Italia sono stati pubblicati Andare a piedi (Garzanti, 2013), Disobbedire (Einaudi, 2019) e La vergogna è un sentimento rivoluzionario (nottetempo, 2023).
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