“Venuta su a patate e lenti” come la definisce Jannacci a indentificare la gioventù fatta di privazioni e balere, Milva fu chiamata la Pantera, per contrapporla all’aquila Iva Zanicchi e alla tigre Mina.
Le politiche discografiche commerciali hanno cercato di relegarla a canzonette come canticchiava mia mamma “Cos’è cos’è che fa andare la filanda è chiara la faccenda son quelle come me.”
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Gli inizi e il successo
Erano gli anni ’60 che la portarono dai fumosi locali di provincia ai palcoscenici nazionali, in cui regolarmente doveva partecipare a baracconi televisivi come Sanremo, Cantagiro, Canzonissima dove altrettanto regolarmente affondava nelle ultime posizioni.
Ma Milva era figura popolare che piaceva, che non scalava le classifiche, che aveva un pubblico di gente comune il quale riconosceva la sua semplicità nell’esprimere il bel canto.
E proprio cantando, ma anche recitando sui palchi di Milano, Milva raggiunse livelli immensi presso un pubblico sofisticato, grazie a Strehler.
Milva: una grande artista
L’’Opera da Tre Soldi, la Scala, lo spettacolo dove Milva portò in scena le poesie di Alda Merini, Jannacci, Battiato immortalarono questa incredibile artista.
Nel 2010 aveva affidato a Facebook il suo addio alle scene, ma il suo social, il suo fans club sono rimasti attivissimi a manifestare il calore e l’affetto che la legava al suo pubblico.
“Mia bella rossa dammi l’allegria, del disco di dieci anni fa”….