Il clan delle femmine è un bellissimo progetto di All Around, portato di recente in libreria. Una serie di racconti di donne che mettono in mostra i loro pensieri e le loro emozioni.
Un caleidoscopio di storie. Alcune immaginarie, altre reali. Talune arrabbiate, certe altre intimiste.
Il Clan delle femmine, raccoglie i racconti brevi apparsi sul blog del “Clan delle femmine”, il collettivo di autrici accomunate dalla voglia di esprimersi liberamente sui temi che stanno loro a cuore.
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Il clan delle femmine – Racconti di donne
Una esperienza nata circa due anni fa dall’intuizione di Fabrizia Fedele e Silvia Zuffrano, che dopo aver frequentato insieme un corso di scrittura hanno dato vita al blog, consapevoli di quanto poco spazio abbiano le donne nella narrativa italiana. Di quanto i loro pensieri, le loro emozioni vengano filtrati e manipolati dai maschi. Insomma, quello che emerge dal Clan delle femmine è la voglia di rompere la gabbia soffocante dei ruoli che la società impone. È la rivendicazione di un modo altro di stare al mondo e di vedere le cose.
Diverse donne hanno accolto l’invito e hanno deciso di mettersi in gioco: professioniste, insegnanti, psicologhe e poetesse, studentesse e pensionate, madri e figlie di ogni età e latitudine. Nei racconti emerge uno spaccato dell’universo femminile. Dalle mestruazioni, perché non se parla mai abbastanza, a figlianza, il legame con i genitori dal punto di vista della figlia, dal tema corpo, come soggetto e oggetto, nonché tramite della narrazione, al tema più ampio dei legami per finire con mammina cara che esprime la relazione madre-figlia anche nei suoi aspetti critici.
Il libro è una finestra aperta a far entrare aria in una stanza grigia e senza aria.
Il progetto
Il Clan delle Femmine è un collettivo di autrici accomunate dalla voglia di esprimersi liberamente su temi che stanno loro a cuore. Voci diverse, per età, provenienza geografica e culturale. Donne, anzi femmine, che rivendicano un modo tutto loro di stare al mondo, un modo diverso di vedere le cose e prima ancora di sentirle, difforme da quello maschile che è da sempre il termine ideale delle espressioni creative, oltre che del vivere civile.