La ragazza del treno tra libro e film: storia di “Donne contro”

La ragazza del treno è, ad oggi, un caso editoriale a tutti gli effetti e l’autrice, Paula Hawkins, ormai è una celebrità. Uscito in Inghilterra e Stati Uniti a gennaio 2015, questo thriller è stato tradotto in più di trenta lingue con oltre 15 milioni di copie vendute, di cui 600.000 in Italia (edito Piemme).

A settembre 2016 La ragazza del treno diventa un film diretto da Tate Taylor e i cui interpreti principali sono Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Luke Evans e Justin Theroux. Al debutto nelle sale il film ha fatto registrare un incasso di 1 milione e 636mila euro.

Fin qui i numeri, che giocano tutti a favore del romanzo e del film. Ma La ragazza del treno è effettivamente un gran bel libro? È davvero una storia così affascinante? È riuscito il film nel suo intento? Tante domande insomma, ma visto il successo di pubblico, bisogna prima di tutto chiedersi: qual è la ricetta vincente di Paula Hawkins?

Paula Hawkins
Paula Hawkins, autrice de ‘La ragazza del treno’

La trama non di certo: Rachel ha una vita che sta andando in pezzi, che si accende solo durante il viaggio in treno, da cui può spiare una coppia e immaginarsi nella loro vita, che sembra invece perfetta. Da quando però Rachel vede qualcosa di strano nella veranda di quella casa, niente sarà più come prima, e i suoi giorni si mescoleranno indissolubilmente con quelli della giovane coppia. Il passato, mai davvero cancellato, torna di colpo e non è come sembrava.

La ragazza del treno è un classico thriller fatto di bugie, verità, dimenticanze, flash-back e continui colpi di scena. Paula Hawkins crea un personaggio, Rachel, la cui vita sembra non avere più senso, e ci costruisce intorno una rete di eventi che in qualche modo finiscono per toccare anche il suo lato personale. Rachel è una serie di cose tutte insieme: donna senza speranze, sognatrice, un’alcolizzata, poi di colpo donna forte, amante. Lei è il motore della storia, colpevole, ricercata, investigatrice. La ricerca della verità vuol dire ricercare il senso vero e la misura della sua esistenza.

E qui va detto che la trasposizione cinematografica risulta fedele, se si esclude l’ambientazione. La struttura narrativa viene mantenuta, così come i salti temporali e i cambi di punti di vista, anche se la pellicola risulta più concentrata sulla figura di Rachel, mentre il libro lascia molto più spazio alle altre figure femminili. Tate Taylor quindi riduce la storia ma riesce a rispettarne i tratti essenziali. Chi non ha letto il libro avrà molto più interesse a godersi il film, come accade sempre.

Emily Blunt in una scena del film 'La ragazza del treno', diretto da Tate Taylor
Emily Blunt in una scena del film ‘La ragazza del treno’, diretto da Tate Taylor

Quello che fa la differenza nella storia de La ragazza del treno è la capacità di Paula Hawkins di creare un’apologia del malessere nella vita di coppia. Ogni personaggio ha qualcosa di nascosto, un universo di non detti che spinge all’apoteosi il concetto dell’amore finito male, della bella favola distrutta. Dietro alla normalità quindi, si intrecciano una serie di destini che tolgono il velo all’apparenza per svelare rabbia, frustrazione e psicosi. Nel film, Tate Taylor è bravo a non stravolgere nulla di questo, dando vita con le immagini agli abusi fisici ed emotivi, alle paure e alle malinconie, alla dipendenza e all’infedeltà.

E di tutto ciò Rachel è il punto centrale: il personaggio principale di Paula Hawkins è un anti-eroe ferito che cerca il suo riscatto, immerso in un’avventura non cercata e non voluta. Le immagini del film, seppur con un ritmo a volte troppo accentuato, rendono bene l’idea della confusione che regna nella mente della protagonista. Se nel romanzo di Paula Hawkins una certa “indagine psicologica” della mente di Rachel lascia spazio ai dettagli della vicenda, il film di Tate Taylor si concentra forse troppo sul disagio di questo personaggio, lasciando un po’ indietro le storie di ognuno. Per il resto, La ragazza del treno è un insieme di figure a volte senza troppa forza narrativa (Anna) e a volte con delle vicende personali non troppo credibili.

La ragazza del treno
Copertina de La ragazza del treno, romanzo di Paula Hawkins

Il pubblico/lettore da un lato segue i colpi di scena, dall’altro non può che stare dalla parte di questo o di quel personaggio, ed in questo gioco delle parti sono dominanti le donne. La ragazza del treno è un insieme di storie tutte al femminile, narrate in prima persona col desiderio di imporre il proprio “esistere” (Megan) contro un universo maschile fuori controllo, che a volte oltrepassa la psicopatia (Tom). La ragazza del treno di Paula Hawkins è una storia di “Donne contro”, una perenne lotta dell’universo femminile. Donne contro gli uomini (nell’eterna battaglia del bene contro il male), donne contro la gabbia della vita di coppia cercata o imposta. Donne a volte le une contro le altre, fino all’alleanza finale, quando l’avversario è comune, la causa unica delle sofferenze condivise. Donne contro l’amore, per un’idea di amore che non esiste forse. Donne in lotta con e contro la vita.

Con La ragazza del treno, Paula Hawkins crea un prodotto di non grande valore ma che piace al pubblico (sia giovane che non), con un linguaggio azzeccato e scorrevole. La trasposizione cinematografica di Tate Taylor, rimanendo fedele al libro, mantiene la tensione ad un livello medio, senza picchi eccessivi. Il finale non è così inaspettato, ma nel romanzo arriva dopo oltre 200 pagine (che diventano circa 90 minuti nel film) di fantasticherie, curiosità, segreti, spiate nelle vite degli altri, che crediamo di conoscere sempre troppo bene: «Non fidarti di ciò che vedi dal finestrino di un treno. Le vite degli altri non sono mai come sembrano». E quando il pubblico può sbirciare e trovare un colpevole…obiettivo centrato.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.