Gillo Pontecorvo: cinema, utopie, passioni e battaglie in una mostra

Una mostra per celebrare il talento di Gillo Pontecorvo, regista, sceneggiatore e attore italiano, scomparso nel 2006.
L’influenza di Pontecorvo in ambito cinematografico continua ancora oggi, a dieci anni dalla morte. Come regista ha realizzato pochi, ma significativi film: Kapò, La battaglia di AlgeriQueimada, solo per citarne alcuni. Inoltre, Pontecorvo scrisse e progettò molte altre pellicole, che, per diversi motivi, non videro mai la luce.
Proprio oggi verrà inaugurata a Roma (al Teatro dei Dioscuri al Quirinale) la mostra Gillo – Cinema, utopie, battaglie e passioni di Gillo Pontecorvo, che rimarrà aperta fino al prossimo 11 dicembre (ingresso gratuito, dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18). Si tratta di un vero e proprio viaggio nell’arte e nella personalità complessa e sfaccettata di Pontecorvo: 400 fotografie, filmati e documenti inediti scandiscono un percorso che parte dall'”Infanzia”, per passare poi all'”Apprendistato”, alla “Resistenza”, fino a “Film realizzati – Film non realizzati”.
Il visitatore può così imbattersi in istantanee e parole sul progetto di un film sulla figura di Cristo, I tempi della fine; o di una pellicola intitolata Magia, per la quale Pontecorvo sperimentò l’LSD. E ancora, un film proposto a sorpresa da Marlon Brando sui Sioux, poi abbandonato per volere della produzione americana, ma grazie al quale Pontecorvo visse per un mese presso una riserva indiana; un film sull’arcivescovo Romero, ucciso a San Salvador (su questo progetto sta ora lavorando il figlio di Pontecorvo, Marco, a sua volta regista); un film sulla mafia, all’inizio degli anni ’80, discusso su Giovanni Falcone. Insomma, un diorama di cinema potenziale, di cui si possono ammirare folgoranti momenti, come l’audio di una conversazione telefonica tra Gillo e Brando, le apparizioni in foto di Nastassja Kinski e Francesca Neri per un provino, una ‘sciata’ su un balcone newyorchese insieme a Jerzy Kosinsky.
Il percorso si completa con il “Gillo pubblico”, una visione del suo molteplice e fertile intervenire nel dibattito culturale e sociale.

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