David Mackenzie – Follia

«La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca. Stella era una donna profondamente frustrata, che subì le prevedibili conseguenze di una lunga negazione e crollò di fronte a una tentazione, improvvisa e soverchiante. Come se non bastasse, era una romantica. Traspose la sua esperienza con Edgar Stark sul piano del melodramma, facendone la storia di due amanti maledetti che sfidano il disprezzo del mondo in nome di una grande passione. È stata una vicenda il cui corso ha distrutto quattro vite, eppure Stella, ammesso che abbia mai provato qualche rimorso, è rimasta fedele alle sue illusioni fino alla fine» [Patrick McGrath, Follia]

Max Raphael ottiene un posto di lavoro in un tetro manicomio criminale, dove arriva insieme alla consorte Stella e al figlio. Qui incontrano il dottor Cleave, che s’innamora della donna, la quale, invece, si lega a uno dei pazienti dell’ospedale, Edgar, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. I muri della struttura diventano troppo stretti per la crescente passione fra Stella e il suo amante, i quali decidono di fuggire insieme. Sembra l’inizio di un idillio lungo tutta una vita, ma ben presto la follia che ha portato Edgar al manicomio comincia a riaffiorare e Stella subisce le conseguenze della psicosi dell’uomo. Ma lei, Edgar, lo ama. O, meglio, ama ciò che Edgar rappresenta ai suoi occhi: la fuga da un’esistenza monotona e da un marito che pian piano la “uccideva”, costringendola al ruolo di moglie e madre perfetta.

asylum

Il soggetto del film è tratto dall’omonimo romanzo di McGrath (pubblicato in Italia da Adelphi, con la traduzione di Matteo Codignola), una «storia d’amore catastrofica contraddistinta da ossessione sessuale», che racconta di come, in un rapporto amoroso, l’idealizzazione dell’altro possa distruggere gli equilibri psichici di una persona, annientando la capacità di giudizio oggettivo. Follia è la storia di una «lunga negazione», quella della protagonista, per anni devota moglie di un brillante psichiatra criminale, che crolla letteralmente di fronte alla «tentazione improvvisa e soverchiante» per Edgar Stark. Il libro è tutt’altra cosa rispetto alla pellicola del 2005 di David Mackenzie, più potente e profondo, decisamente difficile da trasporre sullo schermo in tutta la sua complessità: il film è comunque intrigante, soprattutto grazie all’ottima interpretazione di Natasha Richardson, fragile vittima delle fragilità maschili, non solo dell’amante, ma anche del marito e dell’innamorato dottor Cleave.

Da questa storia nessuno esce vincitore, perché alle volte l’amore non basta a far funzionare le cose. Se di amore si può parlare, perché in fondo Follia è l’ennesimo tentativo al cinema (e in letteratura) di raccontare l’enorme differenza fra l’amore e l’ossessione amorosa, fra l’amore che «non si esige, non si mendica e non si estorce» e l’amore come fuga, come unica soluzione a una vita inutile e priva di qualsiasi altro stimolo.

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie