Bianca Stancanelli – La città marcia

La città marcia di Bianca Stancanelli è Palermo. L’aggettivo è strettamente legato alle note attività nel capoluogo siciliano di Cosa Nostra, un’organizzazione criminale che ebbe origine nell’Ottocento, ma di cui abbiamo notizie più approfondite dagli anni Ottanta, ovvero dal momento in cui lo Stato intraprese un’azione più decisa, volta a contrastare lo strapotere della mafia siciliana, grazie alle operazioni condotte dal pool fondato da Rocco Chinnici.

Stancanelli ci porta proprio nella Palermo degli anni Ottanta, luogo di complotti, intrighi politici, affari illeciti. Ed è proprio “politica” la parola chiave di quel periodo: da una parte, essa permise ai boss mafiosi di assicurarsi alcuni affari vantaggiosi; dall’altra, la volontà di cambiamento da parte di alcuni nomi della politica (tra gli altri, Piersanti MattarellaGaetano Costa, Cesare Terranova, Pio La Torre, a cui aggiungiamo Boris GiulianoCarlo Alberto Dalla Chiesa) venne soffocata nel sangue proprio da parte dei capi di Cosa Nostra. Ed è in questo scenario che Bianca Stancanelli introduce la figura del democristiano Giuseppe Insalaco, sindaco di Palermo per soli tre mesi nell’84, il cui nome fu a lungo legato a quello di Salvo Lima e, soprattutto, a quello di Vito Ciancimino. Insalaco denunciò a più riprese i rapporti tra politica e mafia, in particolare quelli relativi alla gestione degli appalti a Palermo (il monopolio di Arturo Cassina nell’ambito della manutenzione delle strade e delle fogne cittadine, e quello della Icem di Roberto Parisi sull’illuminazione pubblica).

Insalaco fu vittima di quei “perversi giochi” denunciati in presenza di Giovanni Falcone, che lo avevano costretto alle dimissioni dopo soli 101 giorni da sindaco. Dopo le dichiarazioni al pool antimafia, in procura giunse un dossier anonimo che lo accusava di aver intascato delle tangenti: Insalaco era ormai solo e destinato a una fine atroce, perché Cosa Nostra non dimentica. Qualche anno dopo, infatti, l’ex sindaco venne ucciso a colpi di pistola. Dopo la sua morte, venne ritrovato un memoriale, in cui Insalaco denunciava nero su bianco l’intesa tra mafia e potere. Nonostante tutto, la sua storia è stata finora offuscata da «una potente damnatio memoriae», che ne ha reso debole il ricordo.

Quello di Insalaco è solo uno dei tanti nomi legati a una stagione che vedeva il Sud afflitto dalla piaga mafiosa e il Nord da quella del terrorismo. Stancanelli ha esordito come giornalista sul quotidiano «L’Ora», occupandosi soprattutto di politica e mafia, due ambiti che nel suo volume dimostra di conoscere molto bene, tanto da raccontare una pagina sanguinosa di storia italiana con una straordinaria dovizia di particolari: ne La città marcia, l’autrice ci regala (ri)lettura finalmente completa della figura di Giuseppe Insalaco, della Sicilia e di Palermo.

ISBN
9788831723206
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