Addio a George Martin, il mondo perde il "quinto Beatle"

Il produttore discografico George Martin, conosciuto come il “quinto Beatle”, è morto all’età di 90 anni: lo ha reso noto l’ex batterista dei Beatles Ringo Starr sul suo account Twitter, e la notizia è stata riportata anche dalla BBC.
In una carriera che ricopre più di sei decenni, Martin ha lavorato in musica, film, TV ed esibizioni dal vivo. Oltre al suo lavoro creativo, ha avuto molti ruoli di direttore esecutivo in aziende attive nell’ambito dei media e ha contribuito a molte attività di carità, incluso il suo impegno per The Prince’s Trust, la charity fondata da Carlo, principe di Galles e l’isola caraibica di Montserrat.
Ovviamente, il nome di George Martin è però indissolubilmente legato soprattutto all’attività con i Beatles. Il “quinto Beatle”, così era soprannominato: un titolo dovuto al suo lavoro come produttore della maggior parte delle registrazioni di Paul McCartney, John Lennon, Ringo Starr e George Harrison, nonché per aver suonato anche parti strumentali in alcuni dei loro brani ed averne curato gli arrangiamenti orchestrali.
La prima audizione ai Beatles risale al 1962. Il quartetto era stato rifiutato dalla Decca: Martin fece loro firmare un contratto, sebbene, al primo impatto, avesse pensato “sono piuttosto orribili”. Questo segnò l’inizio di una lunga relazione, nella quale l’esperienza musicale di Martin (che aveva già lavorato, dopo il diploma, per il dipartimento di musica classica della BBC, alla EMI durante gli anni dell’esplosione del rock’n’roll e, nel 1955, come manager alla Parlophone), aiutò a colmare il varco tra il talento grezzo e il suono che i Beatles volevano ottenere.
Tra i suoi primi provvedimenti, Martin sostituì Ringo Starr alla batteria con il turnista Andy White, ritenuto da lui più adatto (nel singolo Love me do Starr è al tamburello). In seguito, il producer comprese il talento di Starr e lo adoperò per tutte le registrazioni della band.
Durante l’estate del 1967, Martin partecipò alla realizzazione dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Martin, che era anche musicista, aveva una formazione classica, che si riflette appieno in canzoni come Yesterday ed Eleanor Rigby, per le quali curò gli arrangiamenti (come del resto della maggior parte dei pezzi dei Beatles, in collaborazione con i membri della band). Un altro buon esempio è Penny Lane, per cui Martin lavorò con Paul McCartney su un assolo di tromba: McCartney esponeva cantando la melodia e Martin la trascriveva su uno spartito.
Terminata l’avventura con i Beatles, Martin produsse a album per America, Ultravox, UFO e tanti altri artisti. Collaborò anche con Paul McCartney e Ringo Starr ai loro progetti solisti. Martin è stato anche autore della musica del film dei Beatles Yellow submarine e di quella del film di James Bond Live and let die (Vivi e lascia morire). Sua anche la composizione Theme one, scritta come sigla per BBC 1 e ripresa successivamente come singolo dai Van Der Graaf Generator.
George Martin era stato anche nominato Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico.

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