Il silenzio degli innocenti compie 25 anni. Era il 14 febbraio 1991 quando uscì nelle sale USA il film di Jonathan Demme (ad aprile in Italia), tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Harris, pubblicato nel 1988.
Si tratta del secondo adattamento cinematografico dai romanzi di Harris (incentrati sul cannibale Hannibal Lecter), dopo Manhunter – Frammenti di un omicidio (Micheal Mann, 1986): seguiranno Hannibal (Ridley Scott, 2001) e Red dragon (Brett Ratner, 2002). Dopo Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo, Il silenzio degli innocenti fu il terzo film a vincere i cinque premi Oscar più importanti (miglior film, migliore regia, miglior attore protagonista, migliore attrice protagonista, migliore sceneggiatura non originale).
Il film di Demme è rimasto impresso nella memoria collettiva soprattutto per l’affascinante figura del dottor Lecter, il cui personaggio è entrato a pieno titolo nella lista dei più noti cattivi della letteratura prima e del cinema poi (aggiungiamo anche del piccolo schermo, con la serie tv Hannibal, dove Lecter è interpretato da Mads Mikkelsen). La storia è nota ai più ed è incentrata sul tentativo da parte dell’agente Clarice Starling (Jodie Foster) di catturare il terribile serial killer Buffalo Bill: viene aiutata nell’impresa da Lecter, rinchiuso in manicomio. Il personaggio di Lecter è risultato piuttosto convincente soprattutto grazie all’interpretazione del bravissimo Anthony Hopkins, il quale partecipò a numerosi processi e visionò diversi filmati relativi a serial killer, per meglio immedesimarsi nel suo ruolo.
Inoltre, è noto che l’attore improvvisò in almeno un paio di occasioni: con il risucchio a denti stretti dopo aver raccontato a Clarice di aver mangiato il fegato di un uomo con fave e Chianti (nel libro fave e Amarone) e nel passaggio in cui il dottore fa riferimento alle origini umili di Clarice (la reazione ferita e sorpresa della Foster fu vera). Nel film Hopkins raramente sbatte le palpebre, dettaglio studiato a tavolino per rendere il personaggio di Lecter ancora più inquietante.
Per quanto riguarda la scelta degli attori e del regista, pare che a dirigere il film fosse stato chiamato Gene Hackman, mentre per il ruolo da protagonista l’attrice Michelle Pfeiffer. Quando Demme subentrò alla regia, dichiarò la sua preferenza per Meg Ryan ma, alla fine, la Foster ottenne la parte. Per quanto riguarda il cast in generale, poi, lo avevate riconosciuto George A. Romero nella pellicola? Compare nei panni di un poliziotto, nella scena in cui Lecter lancia a Starling il questionario su Buffalo Bill.
Infine, un paio di curiosità sui “cattivi”. La trama del film richiama i crimini di Gary M. Heidnik, responsabile del rapimento di sei donne e dell’omicidio di due. Il personaggio di Buffalo Bill, invece, è particolarmente ispirato alle figure di Ed Gein (il “Macellaio Pazzo”; sempre a Gein è ispirato il Norman Bates di Robert Bloch e Leatherface di Non aprite quella porta di Tobe Hooper), Ted Bundy (“Lady Killer”, autore di una trentina di omicidi tra il 1974 e il 1978) ed Edmund Kemper (“Co-ed Killer”, che tra 1972 ed il 1973 uccise una decina di donne negli Stati Uniti).