Stephen King: «Non ho cambiato il mio giudizio su Shining»

È ormai risaputo che la collaborazione tra Stanley Kubrick e Stephen King non è stata tra le più idilliache.
Stiamo ovviamente parlando di Shining, la famosa pellicola dell’80 diretta da Kubrick e con protagonista Jack Nicholson, tratta proprio da un romanzo di King. Il regista ha sempre affermato che l’opera letteraria era solo un punto di partenza dalla quale sviluppare un prodotto cinematografico, mentre lo scrittore ha sempre criticato la pellicola di Kubrick definendola “fredda”.
A trentasei danni dall’uscita di Shining (in USA il 23 maggio 1980, in Italia il 22 dicembre dello stesso anno), l’opinione di King è rimasta la stessa, tanto da affermare su Deadline:

Penso che Shining sia un ottimo film, magnifico da un punto di vista visivo, ma che, come ho già detto in precedenza, sia molto simile a una bella Cadillac, senza, però, il motore. Per questo motivo all’uscita molte recensioni si sono espresse in maniera negativa sul film e io concordo con esse. Allora tenni la bocca chiusa, in fondo non me ne importava molto. Attualmente la mia opinione rimane invariata: il personaggio di Jack Torrance non ha un proprio arco narrativo. La prima volta che vediamo Jack Nicholson, si trova nell’ufficio di Mr. Ullman e già da lì capisci che è del tutto fuori di testa. Il personaggio, in seguito, si limita a impazzire ulteriormente. Nel libro, invece, c’è un personaggio che lotta per la sua sanità mentale e, alla fine, la perde. Questa è per me una tragedia. Nel film non esiste una vera tragedia, perché manca del tutto un vero cambiamento.
L’altra differenza è che, nel finale del mio libro, l’hotel esplode, mentre nel film di Kubrick tutto rimane congelato. Questa è una grossa differenza. Ho incontrato Kubrick e non c’è alcun dubbio che si trattasse di una persona estremamente intelligente. In fondo, ha girato dei film molto importanti per me, come Dottor Stranamore e Orizzonti di gloria. Ha fatto delle cose stupende, ma, diciamocelo, era pure un uomo dalla mentalità un po’ chiusa. Se lo incontravi e gli parlavi avevi l’impressione di una persona capace di interagire in maniera normale, ma, allo stesso tempo, era come non fosse veramente lì. Era chiuso in sé stesso.

Vi consigliamo la lettura integrale dell’intervista. Ad un certo punto, King ha detto che ci sarebbero almeno due registi che vorrebbe vedere alla regia di adattamenti dalle sue opere: uno di questi è Lars von Trier (l’altro è Ben Affleck), che King ha dimostrato di apprezzare particolarmente. Ricordiamo, tra l’altro, che lo scrittore ha creato la miniserie statunitense Kingdom hospital, liberamente tratta dall’ottima The kingdom. Il regno, serie danese del ’94 diretta dallo stesso von Trier.

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