AA. VV. – Laxdæla saga

La scrittura delle prime pagine della storia di un popolo sono affidate non agli storici ma ai poeti: si tratta per lo più di compositori anonimi, depositari di una tradizione orale, trasmessa da padre in figlio, da tribù a tribù.

Essi riescono nelle loro composizioni ad elaborare vere e proprie“ enciclopedie tribali”, per usare la medesima definizione usata per Iliade ed Odissea, nelle quali sono contenuti usi, costumi, mentalità e sistemi di valori di un popolo nel suo complesso. La Laxdæla saga non fa eccezione: scritta in islandese medievale, da un autore sconosciuto, nell’Islanda occidentale attorno al 1245, racconta l’epopea del clan norvegese dei Laxrdair che alla fine del IX secolo colonizza l’Islanda del nord, la valle del Laxa e il fiume dei Salmoni. La storia riguarda più generazioni, inizia con l’insediamento, comprende tutta l’età vichinga fino alla cristianizzazione dell’Islanda. Sono circa 150 anni che vedono come protagonisti l’isola del ghiaccio, uomini e donne travolti da ambizioni e passioni, animati da sete di vendetta, da ansia di conoscere Paesi nuovi, angosciati dai sogni, tormentati da spettri mai pacificati.

Una folla di personaggi dai nomi impronunciabili ti si affastella davanti agli occhi, e ti colpisce l’assoluta sudditanza del narratore all’universo tribale oggetto della sua narrazione: i valori ammirati sono il coraggio, l’intraprendenza, la generosità, l’accoglienza dei perseguitati e la saggezza dei capi consistente nella capacità di tenere lontani i conflitti da una società ancora arcaica, nella quale non esiste giustizia di stato e con un risarcimento in denaro si riparano gli oltraggi più gravi quali gli omicidi. I disvalori sono invece il tradimento, l’arroganza, la malvagità gratuita e la magia nera. Gli uomini sanno usare le spade, ma l’abilità nel combattere resta sullo sfondo, sempre subordinata allo spirito pionieristico che li spinge fino a Costantinopoli.

Ad incarnare virtù sono però più le donne degli uomini ed è stupefacente se si fa un confronto, ad esempio, con l’epos omerico dove il carisma è peculiarità esclusiva dei guerrieri maschi: figure indimenticabili per coerenza e fedeltà a se stesse sono Unnr la sagace, che dopo aver guidato i suoi uomini alla conquista di territori vergini, li distribuisce equamente fra parenti e sodali, Melorka, la figlia del re d’Irlanda, che fingendosi muta sopporta le umiliazioni della schiavitù, e infine Gudrun, quattro volte moglie, laeder senza debolezze, la quale solo in punto di morte svela il suo segreto al figlio: «Sono stata più crudele con chi più ho amato».

ISBN
9788870915419
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