Donna Tartt – Dio di illusioni

Era il 1992 quando Donna Tartt esordì con Dio di illusioni, piccolo gioiellino che l’avrebbe lanciata – e fissata per sempre – nel firmamento dei grandi della letteratura. Autrice di tre romanzi (oltre a Dio di illusioni, anche Il piccolo amico e Il cardellino), la Tartt ha saputo fin dal suo esordio catturare l’attenzione con un libro che a tratti ricorda Le regole dell’attrazione di Bret Easton Ellis, collega ed ex compagno di università (e, a quanto pare, pure ex fidanzato).

Tutto inizia in un piccolo college nel Vermont. Richard – voce narrante della storia – riesce ad entrare in un corso di greco antico, con a capo un professore piuttosto particolare e il cui accesso è consentito solo ad altri cinque ragazzi: Henry, Bunny, Francis e i gemelli Charles e Camilla. L’appartenenza al gruppo pare essere, all’inizio, un onore, un lungo idillio tra bevute, conversazioni dotte e gite fuori porta. Poi tutto finisce: c’è qualcosa di anomalo nel modo di vivere dei ragazzi, un ostinato rifugiarsi nel mondo antico dei loro studi, ormai passato ma così idealizzato da condurre fino alla pazzia. Infatti, una notte accade l’irreparabile e da quel momento le vite dei protagonisti inizieranno una lunga discesa nell’inferno.

Donna Tartt

Considerato uno dei più strepitosi casi editoriali degli anni Novanta (tornando ad Ellis, un altro fu senza dubbio il suo American psycho), Dio di illusioni è un ritratto lucido e cinico di cinque individui arroganti, viziati, eccentrici, narcisisti, carnefici e vittime allo stesso tempo. Il prologo del romanzo annuncia già il delitto intorno a cui si dipana la storia: come si è arrivati a tanto? Di chi è la colpa? Quali saranno gli effetti? Donna Tartt narra nel dettaglio questa sordida parentesi universitaria, svelando pagina dopo pagina la complessa natura dei personaggi chiave, mentre la vicenda assume forme sempre più contorte ed inquietanti. Da segnalare qualche divagazione di troppo – soprattutto nel finale –, ma in sostanza la Tartt riesce sempre a ritrovare un equilibrio nella narrazione e a condurre i lettori fino all’epilogo.

È facile trovare in Dio di illusioni le caratteristiche di un’intera generazione di adolescenti, figli di padri e madri assenti e vittime di un’America avida e immorale che Wall Street di Oliver Stone ha ben trasposto sullo schermo nell’87. I protagonisti del romanzo della Tartt sono un po’ i fratelli minori dei ragazzi del Brat Pack, ma non sono esattamente come gli adolescenti di Breakfast club, non sono solo un po’ più eccentrici e un po’ più incasinati dei coetanei nelle loro storie famigliari. Essi sono più simili ai giovani di Meno di zero e, in un crescendo di menzogne, violenza e riti dionisiaci, Donna Tartt ci regala uno splendido romanzo di formazione in cui fanno da padroni anche amicizia, amore, senso di colpa, sentimenti che possono annientare e distruggere un individuo. Escludendo il narratore, gli altri protagonisti di Dio di illusioni hanno smarrito totalmente il senso della realtà, ormai prigionieri di un mondo con leggi proprie e convinti di poter sopravvivere nel loro isolamento: ma non c’è modo di barattare il proprio presente con un’epoca ormai trascorsa, apparteniamo tutti al nostro tempo, che lo vogliamo o meno. Ogni tentativo di fuga è destinato a fallire e per i sei ragazzi (Richard compreso) il passaggio dalla giovinezza alla maturità si compie nella maniera più drastica e drammatica possibile. Ogni azione ha delle conseguenze, dalle quali non si può fuggire e a cui, alle volte, è difficile – se non impossibile – porre rimedio. Credere il contrario è solo una chimera, appunto, la più grande di tutte le illusioni.

ISBN
9788817106825
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