Giovanni Ricciardi – Il dono delle lacrime

Il commissario Ponzetti, creatura ideata dalla penna di Giovanni Ricciardi, segue le impronte del Maigret di Simenon in primo luogo, poi dell’ineguagliabile Ingravallo del “pasticciaccio” di Gadda e infine del Charitos di Makaris. Però la camminata è inconfondibilmente la sua, come sua è inconfondibilmente la Roma del quartiere Esquilino con cui vive in simbiosi più o meno perfetta. Percorre tranquillo, a passo lento, tutta la città, mimetizzandosi passante fra i passanti: se proviamo ad immaginarcelo, non riusciamo a dargli un volto particolare, il suo aspetto è verosimilmente quello tipico di un uomo di mezza età, la cui massima aspirazione è passare una tranquilla serata in famiglia.

Ponzetti del resto non ostenta mai la volontà di affascinare il lettore con una personalità singolare: non ha un passato particolarmente interessante, non ha il fisico adatto alla avventure galanti, non devia dai percorsi predeterminati di marito fedele e buon padre, il suo unico punto di riferimento filosofico è forse un pacato epicureismo. La contingenza ne stimola certo il pensiero ma le riflessioni ispirategli non hanno l’ambizione di folgoranti verità sul senso dell’esistere.

Ricalcando in questo il suo modello, Maigret, è una sorta di pacioso funzionario costretto a farsi cavaliere errante per andare a stanare il male là dove esso si nasconde. Il suo campo d’azione non sono foreste e palazzi stregati, bensì i subdoli labirinti della metropoli contemporanea. Non ha a disposizione aiutanti magici ma ad integrarne le qualità intellettuali c’è il buon senso prosaico espresso in dialetto romanesco del fido Janotti, e in quest’ultimo caso la bizzarria creativa del genero in pectore Jorge, detto El consolador. In Il dono della lacrime il mistero da svelare riguarda niente di meno che il Vaticano: il commissario vi viene convocato in segreto per indagare sulla morte di un sacerdote, “il prete di San Damaso”, famoso perché correva voce che nella sua Chiesa la statua della Madonna piangesse. Per consentirgli di portare a termine le missioni Ricciardi, docente di lettere classiche al liceo, dota il suo eroe di un’arma del tutto originale e sorprendentemente efficace: una formazione scolastica di buon livello. Infatti, assieme a una frase di Manzoni, è una digressione filologica su un epiteto della lingua omerica che lo mette sulla strada giusta. Non potrebbe essere altrimenti del resto: chi se non il leggendario cantore cieco può parlare a chi per mestiere deve vedere senza vedere?

ISBN
9788876255267
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