Il 16 luglio del 2013, Burzum veniva arrestato in Francia con l’accusa di star organizzando una strage. Oltre al musicista metal (che nel 1993 era stato condannato a 21 anni di carcere per l’omicidio di un compagno di band) era stata fermata anche la moglie, ma entrambi erano stati rilasciati dopo 48 ore. Tuttavia, i conti con la giustizia non erano stati chiusi del tutto: Burzum era chiamato a rispondere anche della violazione di una serie di leggi sul razzismo attraverso i post del suo blog.
Ora, a distanza di un anno, la sentenza è arrivata: il musicista è stato condannato a sei mesi (pena sospesa) e al pagamento di una multa di 8000 euro per incitamento all’odio razziale. La sentenza risale allo scorso 8 luglio: Vikernes non era presente in tribunale al momento della lettura della sentenza.
A finire sotto accusa sono stati alcuni post pubblicati tra il marzo e il giugno del 2013, in cui Burzum se la prendeva con ebrei e musulmani. Il musicista si è sempre difeso affermando di non aver scritto lui quegli articoli.
Per Burzum (vero nome Varg Vikernes) la condanna è semplicemente l’ultimo tassello di una storia personale costellata di accuse di razzismo, legami con la destra più estrema (vedi la corrispondenza con Breivik, autore della strage di Oslo) e problemi con la giustizia. Il caso più eclatante nel 1993: Burzum fu condannato a 21 anni in Norvegia per l’omicidio di Øystein Aarseth (aka Euronymous), suo compagno di band nei Mayhem, e l’incendio di numerose chiese. La scarcerazione è avvenuta nel 2009.
Lo scorso 2 giugno, Burzum ha pubblicato il suo ultimo disco, The ways of yore. Ecco la title track: