Gianni Biondillo – L’Africa non esiste

C’è un punto, nel suo libro, in cui Gianni Biondillo parla del deserto, affascinante quanto misterioso. Lo definisce non uniforme, spesso un miraggio e, soprattutto, un miracolo. Ecco, leggendo quelle righe ho capito che le caratteristiche del deserto calzavano a pennello anche per questo libro, sono le parole giuste per definire e parlare de L’Africa non esiste, un testo che si inserisce in quell’ampio panorama di opere nate dall’incontro tra letteratura e giornalismo.

I pezzi qui raccolti e scritti da Biondillo parlano di Africa, sono nati in origine come articoli per quotidiani e riviste e risentono quindi del contesto sociale, politico ed economico nel quale furono scritti. L’autore però, azzeccando la scelta, ha deciso di non cancellare del tutto quei riferimenti, dandoci la sensazione viva di quanto questo continente sia in movimento. Quando vi approcciate a testi del genere non cercate mai di categorizzare ciò che leggete in un genere specifico: questi non sono del tutto reportage e non sono del tutto racconti. Li chiameremo appunti di viaggio, e ne troveremo il filo conduttore (oltre l’Africa, chiaramente), nell’istinto del narratore. Quell’istinto grazie al quale, per esempio, il libro si chiude con due testi particolari, viaggi mai fatti ma vissuti con la fantasia, con «il bonus dell’immaginazione».

Ecco perché a mio avviso questo libro, come il deserto, può essere definito un “miraggio”. Viaggiare è prima di tutto una predisposizione dell’anima, spirito di curiosità, e ogni articolo del libro vale come una fotografia, che riesce a trasmettere una visione non scontata di una terra che spesso è vista solo attraverso il pregiudizio dell’uomo bianco. L’Africa non esiste è anche un libro, proprio come il deserto, “non uniforme”, perché fatto di tanti piccoli pezzi, perché parla di un continente che è piccolo solo nella nostra testa, perché in poche pagine andiamo dall’Eritrea all’Uganda, dall’Egitto all’Etiopia, fino al Ciad. Non uniforme perché mentre state leggendo, ciò di cui state leggendo, probabilmente, è già cambiato.

Ecco perché questo libro è anche un “miracolo”, come il deserto: perché spazza via l’idea dell’immobilità che abbiamo di questa terra, ragiona sui mutamenti antropologici e sui paesaggi urbani, ci suggerisce che ogni idea sull’Africa sarà comunque parziale e momentanea, mai definitiva. Perché ci parla delle contraddizioni quotidiane, ma anche del non volersi arrendere alla sconfitta, muovendosi e mutando. Perché ci insegna che ogni cosa che inizia ha una fine, e che in ogni viaggio, prima o poi occorre tornare indietro, «riattraversare il mare di sabbia, inseguire le tracce millenarie dei nomadi, tornare nel ventre del mondo. Nel cuore della leggenda». E magari, ogni tanto, sentire l’odore di una storia o di un’idea come un’altra; un odore intenso e speziato, per davvero.

ISBN
9788823504899
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.