Torna in libreria “Il sale della terra” di Józef Wittlin

Manca meno di una settimana all’uscita di Il sale della terra di Józef Wittlin, grazie al quale lo scrittore venne candidato al Nobel e che gli procurò immediatamente uno strepitoso successo internazionale. L’opera è in parte autobiografica, in quanto ispirata alla reale esperienza dell’autore durante la guerra, dove militò nelle file dell’impero austro-ungarico.

Dopo settant’anni, il romanzo torna in libreria, con una nuova traduzione ed edito da Marsilio. Piotr Niewiadomski lavora come uomo di fatica in una piccola stazione della Galizia, quando giunge la notizia dello scoppio della Prima guerra mondiale. Piotr è analfabeta, proprietario di una mezza casetta (l’altra metà è occupata dalla sorella prostituta): per lui il conflitto significa essere chiamato a combattere. Così, giunge in un campo ungherese, dove viene addestrato e dove impara che esiste una sola legge, quella della paura, che trasforma gli uomini in macchine per uccidere.

La grandezza di un romanzo come Il sale della terra, consiste nel ritrarre la lenta morte metaforica delle anime di milioni di uomini, ben prima delle battaglie, del sangue e dei milioni di cadaveri. La guerra è stata anche la conseguenza della crisi della cultura europea dei primi anni del Novecento e, con la sua opera, Wittlin ha tracciato un ritratto amaro e crudo della sofferenza degli individui, i quali, a loro volta, subiscono una profonda e radicale mutazione: solo indossando una divisa un uomo si trasforma in soldato, in un essere «di genere diverso», che lentamente si allontana da se stesso.

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