Il prolifico Andrea Vitali tornerà in libreria ad aprile con Quattro sberle benedette (Garzanti). È da poco uscito il suo Premiata ditta sorelle Ficcadenti per Rizzoli (eccovi la nostra news a riguardo), che lo scrittore ci riporta nella sua Bellano, alla fine degli anni Venti: laggiù non succede mai niente di importante, eppure c’è chi vorrebbe appioppare un bel paio di schiaffi a qualcuno.
Tipo il maresciallo Maccadò, che vorrebbe schiaffeggiare tutti gli “indovini” del paese, pronti a scommettere sul sesso del suo primogenito in arrivo; oppure un sardo e un siciliano, che non si sopportano e passano il loro tempo a studiare meschini piani per rendersi la vita impossibile. Addirittura, c’è chi lancia le sberle metaforiche: qualcuno indirizza ai carabinieri, nero su bianco, accuse verso chi non dovrebbe frequentare giovani di facili costumi, eppure lo fa. Ma chi è questo anonimo autore? E, soprattutto, qual è il bersaglio dei suoi attacchi?
Vitali ha esordito nel 1990 con Il procuratore. La notorietà è arrivata più tardi, nel 2003, con Una finestra vistalago, romanzo che ripercorre cinquant’anni di vita in un paese. I suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue, sia in Europa che in Giappone. Quattro sberle benedette è acquistabile su IBS a questo link.