Corte dei Conti, il Festival di Sanremo perde come Alitalia

Il Festival di Sanremo 2014 è alle porte (18 – 22 febbraio), ma se il cast artistico sembra dimostrare più di altri anni una discreta vitalità, lo stesso non si può dire per i suoi bilanci. Che hanno il segno meno e un andamento simile a quella di un altro gigante di cartapesta tutto italiano: Alitalia.

Il paragone è suggerito (implicitamente) nella relazione presentata in questi giorni dalla Corte dei Conti sugli esercizi 2011-2012 della RAI. Nel documento, i giudici lanciano un monito alla «sostanziale riduzione» dei costi della rassegna sanremese. Scorgendo i bilanci degli ultimi anni, si può anche capire il perché: –7,8 milioni nel 2010, -7,5 milioni nel 2011, -4,8 nel 2012.

Quindici puntate complessive, dunque, causano 20 milioni circa di perdite, 1,34 al giorno. Alitalia, insomma, con il suo milione e seicentomila di perdite giornaliere, è davvero vicina.

I risparmi che ci sono stati negli ultimi anni non derivano da effettivi tagli strutturali, quanto piuttosto dagli “sconti” alla convenzione applicati dal Comune di Sanremo alla Rai: in pratica Sanremo, pur di non perdere il festival, ha ridotto di 2 milioni ogni hanno la richiesta. Nel 2012, l’ultimo anno preso in esame dalla relazione della Corte, il costo del festival è stato di 18,6 milioni, cioè un milione e ottocentomila in meno rispetto all’anno precedente, segno dunque che, a fronte dei 2 milioni di euro in meno richiesti dal comune ligure, le spese di produzione sono aumentate di 200mila euro.

Sul bilancio pesano i costi dell’orchestra e del cast. L’unica speranza per ripianare il bilancio, a questo punto, è la raccolta pubblicitaria: nel 2013, stando ai dati della concessionaria Rai (dati non ancora controllati dalla Corte dei Conti), c’è stato un 18% di incremento rispetto all’anno precedente, e quest’anno si prospetta un ulteriore aumento del 5%. Questo potrebbe significare, a parità di costi, un buco di soli 1,4 milioni di euro.

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