Simplicissimus Book Farm, Antonio Tombolini diventa editore

Antonio Tombolini è un nome di una certa importanza per quanto riguarda il settore dell’editoria digitale in Italia. A capo della Simplicissimus Book Farm (nata a Loreto, Ancona, nel 2006), Tombolini ha guidato il progetto fedele alla massima: «Il futuro dei libri, i libri del futuro», perché «con la transizione al digitale nessun mestiere scompare, ma tutti sono provocati ad una profonda trasformazione, a nuove competenze da acquisire, a nuovi strumenti da utilizzare». A chi lo ha accusato di essere contro gli editori, Tombolini ha risposto con una sfida non senza rischi: diventare lui stesso editore.

Nasce, così, la Antonio Tombolini Editore («andrà come andrà, nessuno potrà dire che non ci ho messo la faccia» fa sapere il neo editore dal suo blog): si partirà con la collana steampunk Vaporteppa, a cura di Marco Carrara, a cui seguirà, alla fine del mese, Penale.it, collana dedicata agli studi di diritto penale, affidata all’avvocato Daniele Minotti. Ma non è finita qui, perché a marzo partiranno anche delle altre collane, i cui argomenti verranno man mano comunicati nelle prossime settimane.

Tombolini ci tiene a far sapere due cose: che la Antonio Tombolini Editore non godrà di alcun privilegio presso la Simplicissimus Book Farm rispetto a tutti gli altri editori, ma ne sarà comunque un cliente, «userà i suoi servizi di conversione e produzione (BackTypo), la sua piattaforma di distribuzione (STEALTH), stamperà con BookMaker e cercherà le professionalità che gli serve nel suo marketplace (FootWings). E darà un’occhiata ai selfpublishers di Narcissus.me, visto mai che ne emerga qualche talento».

I libri continueranno ad essere in formato digitale, ma ciò non esclude anche una soluzione cartacea. Inoltre, particolare importanza verrà data dall’editore ai direttori editoriali a cui affidare i vari progetti. Lo stesso Tombolini ha affermato: «Credo che la grandezza dei grandi editori italiani (quelli veri che abbiamo avuto) consistesse non in un particolare fiuto nello scegliere libri o autori, ma nello scegliere i direttori editoriali a cui affidare, con ampia, autonomia, la gestione delle collane». Insomma, pensiamo un po’ a Umberto Eco per Bompiani o a Vittorini e Calvino per Einaudi: alla Antonio Tombolini Editore funzionerà più o meno così, per cui sarà inutile mandare i vostri manoscritti direttamente a lui, perché una volta scelti i direttori sarà «un po’ come in una squadra di calcio: io scelgo l’allenatore, a fare la formazione ci pensa lui».

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