Tutti i dubbi di Bono: «Gli U2 sono diventati irrilevanti?»

Contrariamente a quanto si possa pensare, l’uscita di un nuovo brano, Invisibile, un nuovo disco in dirittura di arrivo e la candidatura all’Oscar per Ordinary love non hanno poi dato tanta carica agli U2, anzi. Almeno a giudicare dai discorsi di Bono, il quale, in un intervista concessa a Zane Lowe, DJ di BBC Radio 1, ha sostenuto che la sua band è ormai «sul ciglio dell’irrilevanza».

«Ci siamo chiesti: “Perché qualcuno dovrebbe volere un altro disco degli U2?”. Ci siamo poi detti: “Perchè ne vogliamo fare un altro?”. C’era qualcosa di incompiuto. Sentivamo come se fossimo sul ciglio dell’irrilevanza». Il nuovo brano, Invisible, è stato presentato due giorni fa al Super Bowl all’interno di un’iniziativa umanitaria: «Credo si tratti di una grande canzone, ma non so quanto sia accessibile. Scopriremo presto se siamo diventati irrilevanti. Sono perfettamente preparato ad affrontare quelli che cercheranno di buttarci giù dal palco. Non gliela renderemo facile».

In generale, il tema di fondo della chiacchierata è stato la capacità della band di essere ancora in contatto con il proprio pubblico: la paura di Bono, insomma, è di scoprire che il feeling (incrinato anche da alcuni ultimi album – No line on the horizon su tutti – non particolarmente brillanti) si sia interrotto.

Tornando ad Invisible, il vocalist ha raccontato che l’influenza principale sulla traccia sono stati punk rock ed elettronica, in particolare, i Ramones e i Kraftwerk: «Siamo tornati indietro al motivo per cui quando abbiamo iniziato volevamo essere in una band. All’epoca ascoltavamo Ramones e Kraftwerk, e puoi sentirli entrambi su Invisible».

Il nuovo album degli U2, il primo dal 2009 (da No line on the horizon, appunto) è prodotto da Danger Mouse ed arriverà nei negozi tra un paio di mesi. Il tour che seguirà, stando a Bono, dovrebbe essere più intimo: «Ci piacciono i grandi show all’aperto – abbiamo avuto alcune delle nostre nottate migliori suonando in posti del genere. Ma per quest’album inizieremo con dei live al chiuso, più raccolti».

Insomma, gli U2 affrontano la release del nuovo materiale con prudenza, volando basso, consapevoli forse che il tempo dei trionfi negli stadi (e nelle classifiche…) è tramontato. Tuttavia, Invisible, pur non essendo un capolavoro, funziona a dovere e soprattutto suona più diretta e “pulita” delle precedenti produzioni del quartetto irlandese, confuse anche dall’avvicendamento di troppi produttori.

È presto, però, per parlare del resto disco. Per gli U2 saranno forse i due mesi più lunghi della loro carriera.

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