Grammy, il produttore Keith Ehrlich replica a Trent Reznor

Domenica notte, la cerimonia di consegna dei Grammy si era conclusa con una grande performance di Dave Grohl, Josh Homme, Trent Reznor e Lindsey Buckingham dei Fleetwood Mac. Non tutto, però, era filato liscio: sul secondo ed ultimo brano (My God is the sun dei Queens of the Stone Age), la diretta tv si era interrotta per far spazio allo spot della Delta Air Lines. Reznor, a fine serata, aveva platealmente mandato a quel paese i produttori esecutivi dello show. Ora, proprio dal produttore esecutivo dei Grammy Keith Ehrlich arriva qualcosa che, più che a delle scuse, suona simile ad una giustificazione.

Ehrlich, in un’intervista al sito Hollywood Reporter, si dice «dispiaciuto» della reazione di Reznor: «Ero davvero emozionato quando ho saputo che l’avremmo avuto ai Grammy. L’idea della jam alla fine della serata era iniziata qualche anno fa con gli Arcade Fire, ed è proseguita con LL Cool J l’anno scorso. Volevo finire ad un livello superiore. Avevo detto a Reznor che ci saremmo presi tutto il tempo possibile. La performance doveva durare cinque-sei minuti e siamo arrivati ​​a meno di un minuto e venti della fine. Ci siamo arrivati più vicini di quanto fosse possibile», ha concluso Ehrlich.

Il punto è che i Grammy si reggono come tutti gli show tv sugli investimenti pubblicitari, dunque semplicemente lo spot non poteva essere in alcun modo evitato. Difficile comunque che queste parole possano alleviare l’amarezza di Reznor.

L’intervista si snoda poi lungo sentieri più “leggeri”. Come quando Ehrlich riferisce di aver insultato Thomas Bangalter dei Daft Punk, i trionfatori dei Grammy. Alle due del mattino, durante il party del duo francese, spiega il produttore, «gli ho detto di rimettersi l’elmetto. “Sei molto più bello con quel fottuto elmetto in testa“, gli ho detto». La colpa? Del cognac di Jay Z

Potete leggere l’intervista integrale qui. Sotto, a parziale risarcimento per l’interruzione di domenica sera, il video del live in studio di Grohl, Homme e Reznor sulle note di Mantra (realizzata per il documentario diretto da Grohl, Sound city):

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