"Nymphomaniac" in Italia a marzo e in anteprima a Berlino

Marzo. Dovremo aspettare altri due mesi per vedere nelle nostre sale Nymphomaniac, il nuovo e chiacchieratissimo film di Lars von Trier.

La pellicola arriverà in Italia distribuita dalla Good Films, la società di produzione e distribuzione cinematografica di Ginevra Elkann. La data precisa ancora non c’è: si sa però che anche da noi Nymphomaniac uscirà diviso in due “tempi” di due ore ciascuno, senza le famose scene porno. La versione “hard” del film sarà presentata in anteprima al Festival di Berlino, in programma dal 6 al 16 febbraio.

Niente Cannes, quindi, come si era ipotizzato in un primo momento: del resto, dopo la sparata antisemita del 2011 (anno in cui era in concorso e anzi tra i favoriti con Melancholia) il regista danese non è più persona gradita alla Croisette. Anche Nymphomaniac, comque, quanto a polemiche suscitate non è secondo a niente. Innanzitutto per il tema: la protagonista, Joe (Charlotte Gainsbourg, ancora con von Trier dopo Antichrist e Melancholia), è una ninfomane che racconta ad un uomo, Selingmam (Stellan Skarsgård, altra vecchia conoscenza del regista), la sua storia a base di ninfomania e perversioni assortite.

Nel cast figurano anche Shia LaBeouf, Uma Thurman, Willem Dafoe, Jamie Bell, Christian Slater, Jean-Marc Barr, Udo Kier e Stacy Martin (che interpreta Joe da ragazza), ma nella versione “hard” del film non solo loro ad aver girato le scene di sesso: sono stati chiamati degli attori porno, adoperati come controfigure. 

(il cast al completo di Nymphomaniac)

A suscitare il clamore intorno alla pellicola ci si è messo anche il marketing: i particolari sul film sono stati centellinati attraverso una serie di foto e soprattutto di teaser (otto, uno per ognuno dei capitoli in cui il film è diviso), e in generale la comunicazione ha spinto parecchio sugli aspetti più “scandalosi”. Ma Nymphomaniac com’è stato effettivamente accolto finora dai critici? La Francia, che ha potuto vedere la prima parte (la seconda arriverà nelle sale il 29 gennaio) si è divisa: quattro stelle per i Cahiers du Cinéma (un «melodramma glaciale di mistificante bellezza»), una per Libération («proprio il genere di cose che vorremmo risparmiarci»). E se Le Monde sospende il giudizio in attesa del “secondo tempo”, Le Figaro sostiene che «se Nymphomaniac è un film malato, secondo la definizione coniata da Truffaut per le opere più bizzarre dei registi famosi, ha una malattia sessualmente trasmissibile».

E in Italia? Qui la curiosità è tanta: lo scorso dicembre, quando sembrava che non ci fossero chance di vedere il film nelle nostre sale, era partita addirittura una petizione online. Si temeva che gli ostacoli venissero dalla censura, ma Ginevra Elkann, che con la sua Good Films si è aggiudicata la pellicola vincendo un’asta con altri distributori indipendenti, afferma: «Non è il contenuto del film a preoccuparmi, ma la sua durata di quattro ore». «Il sesso non è più un tabù: lo dimostrano film recenti come La vita di Adele o Lo sconosciuto del lago».

Insomma, l’unica cosa è apettare l’arrivo di Nymphomaniac nelle sale, anche se l’impressione netta è che Lars von Trier abbia già vinto. Il trailer:

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