Grammy 2014: oggi la consegna, per l'Italia c'è Morricone

Parleranno anche un po’ italiano i Grammy. Alla cerimonia, in programma stasera, 26 gennaio, a Los Angeles, Ennio Morricone riceverà il Grammy Trustees Award 2014, tributo a uno dei più prolifici compositori della tv e del cinema. Il premio è solitamente assegnato a «personalità che, durante la loro carriera musicale, hanno dato contributi significativi, oltre alle performance, nel campo delle incisioni». E dunque chi meglio di Morricone, che ha firmato alcune delle pagine (internazionali) più belle della musica contemporanea?

Il fatto che sia l’unico italiano presente alla rassegna non è ovviamente una sorpresa. Un po’ perché i Grammy premiano le performance nelle classifiche (e i grandi numeri gli americani sanno ancora farli) e un po’ perché la nostra musica, sia che parliamo di popstar come Laura Pausini o Eros Ramazzotti che di campioni dell’indie come i Marlene Kuntz, ha scarso appeal globale. La lista dei candidati ai Grammy, in questo senso, è impietosa, soprattutto se confrontata con la top 10 dei dischi più venduti in Italia. Da un lato abbiamo Daft Punk, Justin Timberlake, Kanye West, Robin Thicke, David Bowie, giusto per citare qualche nome; dall’altro, Ligabue, Modà, Moreno, Emma, Marco Mengoni, la Pausini e Max Pezzali.

Ma torniamo ai Grammy. Oltre ai “soliti noti”, sono due artisti emergenti i nomi da tenere d’occhio per questa 56esima edizione della rassegna. Il primo è quello del duo rap di Seattle Macklemore & Ryan Lewis, che ha ottenuto 7 nomination, tra cui “Album dell’anno” (The heist, pubblicato nel 2012), “Canzone dell’anno” (Same love, che canta l’uguaglianza fra matrimoni gay e matrimoni eterosessuali), “Miglior canzone rap” (Thrift shop) e “Nuovo artista dell’anno”. Il duo, grazie anche alla promozione su YouTube, è arrivato a vedere oltre 1 milione e 300mila copie del disco e ben 16 milioni di canzoni.

Il secondo nome è quello più interessante: Lorde, giovanissima (17 anni) ma già in lizza in quattro categorie, tra cui “Disco dell’anno” (Pure heroine) e “Canzone dell’anno”, il tormentone Royals. In quest’ultimo girone dovrà vedersela con i Daft Punk con Get lucky, gli Imagine Dragons con Radioactive, Bruno Mars con Locked out of heaven e Robin Thicke con Blurred lines, con il vocalist al centro di una polemica (con relative denunce) per una serie di plagi a Marvin Gaye. Nella categoria “Album dell’anno”, invece, Lorde (vero nome Ella Maria Lani Yelich-O’Connor) avrà come avversari, oltre a The heist di Macklemore & Ryan Lewis, anche The blessed unrest di Sara Bareilles, Random access memories dei Daft Punk, Good kid, M.A.A.D city di Kendrick Lamar e Red di Taylor Swift.

Non mancano, ovviamente, i “dinosauri”. David Bowie, per esempio, che vanta tre nomination, compresa quella per il “Miglior album rock” con lo splendido The next day. Nella stessa categoria troviamo anche i Led Zeppelin, con il live album Celebration day, e i redivivi Black Sabbath, che l’anno scorso hanno dato alle stampe il nuovo LP, 13, il primo con Ozzy Osbourne in 35 anni. Senza considerare poi l’omaggio ai Beatles, con Paul McCartney e Ringo Starr che ritireranno un premio alla carriera e si esibiranno per festeggiare i 50 anni dalla prima apparizione sulla tv americana, all’Ed Sullivan Show (e le celebrazioni continueranno il giorno dopo con un concerto-tributo). E poi, potevano mancare gli eterni rivali di sempre, i Rolling Stones? Li troviamo nella categoria “Miglior canzone rock” con Doom and gloom, l’inedito (non irresistibile, a dire il vero) contenuto nella compilation GRRR!, pubblicata per festeggiare i 50 anni di attività della band.

I nomi in gara sono dunque tanti e la qualità è elevatissima (ci sono anche Muse, National, Nine Inch Nails, Queens of the Stone Age, Vampire Weekend, James Blake), soprattutto se consideriamo che i Grammy sono pur sempre un premio assegnato dall’industria musicale. Basterebbero solo le performance live in programma domani sera sul palco dello Staples Center di Los Angeles a giustificare il premio (Dave Grohl, Nine Inch Nails, Queens of the Stone Age e Lindsey Buckingham insieme). Insomma niente a che vedere con i vari Frankie Hi-Nrg, Arisa, Noemi, Renga, Ron: Sanremo è davvero molto lontano.

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