"High hopes": Bruce Springsteen si racconta a Rolling Stone

Un’intervista fiume, quella che Bruce Springsteen ha concesso a Rolling Stone USA in vista dell’imminente pubblicazione del suo nuovo album, High hopes (noi l’abbiamo ascoltato e recensito in anteprima qui). Nel corso della chiacchierata (durata ben 54 minuti) con Andy Greene, il songwriter ha parlato ovviamente del disco, della collaborazione con Tom Morello, ma soprattutto ha fornito qualche dettaglio su quelle che potrebbero essere le sue prossime mosse.

«Il modo migliore per descrivere High hopes è dire che è un po’ un’anomalia, ma non troppo. Non lavoro in modo totalmente lineare, come le persone normali», ha raccontato il Boss. «Alla fine dei tour, o quando non sono in giro, vado in studio e mi ritrovo circondato da quadri che sono finiti a metà, tutta la musica che non ho pubblicato, e aspetto di capire cosa sta cercando di dirmi».

Springsteen cita un caso particolare, la rilettura di The ghost of Tom Joad (uno dei pezzi peggiori di High hopes): all’inizio, spiega il Boss, era stata pensata come una canzone rock, ma alla fine, date alcune difficoltà, era stato scelto un più semplice arrangiamento acustico. Di conseguenza, Springsteen scrisse l’album The ghost of Tom Joad (1995), con arrangiamenti simili. Nei tour con la E Street Band, i pezzi del disco assunsero una veste rock. Insomma, su High hopes«The ghost of Tom Joad è proposta come la canzone rock che doveva essere 15 anni fa».

Nell’approccio ai brani ha inciso non poco Tom Morello. In particolare, è al chitarrista che si deve il suggerimento di fare una cover di High hopes degli Havalinas. «Tom venne da me durante il tour e mi suggerì l’oscura b-side di una band che adoravo negli anni Novanta, quando vivevo a Los Angeles, gli Havalinas», spiega Springsteen. «Ci abbiamo lavorato tutti assieme, e con l’aggiunta di Tom si è trasformata. La sensazione era che non avessimo mai suonato così prima»

Capitolo inediti. Dall’intervista emerge che il Boss ha tanti brani non pubblicati nel cassetto. Anzi, dischi interi. Il primo è «un disco che ascolto dal 1994, realizzato durante le registrazioni di Streets of Philadelphia». «Ho fatto un album intero di canzoni simili a quella, con dei loop di batteria. Lo ascolto da vent’anni», rivela il Boss. «All’epoca sentivo che gli mancava qualcosa, ma a volte qualcuno veniva e aggiungeva il tassello mancante, io stesso lo recupero ogni due o tre anni per vedere se ho qualche intuizione nuova. E se no, lo rimetto via».

«Il modo migliore per descrivere la situazione è dire che sono circondato da tutta la mia roba, ha un bel po’ di lavori in corso di vario tipo, e del materiale solista. Alcune cose sembrerebbero essere giuste per la band. Altre cose sono a metà strada, altre ancora son cose che non ho mai fatto prima». Tutto materiale stipato nel computer: «Ho un sacco di cose nel mio notebook che aspettano il momento giusto per uscire. È il mio modo di lavorare oggi. Nel corso degli anni è cambiato, ma ho sempre scritto tanto». «Non ho nessuna fretta – spiega il Boss -, non sono uno che, se scrive un pezzo, lo deve pubblicare subito».

In aggiunta, ci sono anche un mucchio di canzoni scritte prima di Wrecking ball che non sono state pubblicate. «Non so esattamente cosa ne farò. Ho un bel gruppo di canzoni come solista, molto sviluppate ma non ancora concluse, realizzate in una maniera diversa che ho sperimentato per un periodo prima di Wrecking ball». Quest’ultimo, però, aveva la precedenza, visto «quello che allora stava succedendo al paese» (ovvero la gravissima crisi finanziaria e le sue conseguenze).

Infine, si parla del box set di The river (1980), probabilmente il capolavoro di Springsteen. Il disco dovrebbe essere ripubblicato in forma di cofanetto, rimasterizzato e con l’aggiunta di un documentario. Ma su questo punto, il musicista frena: «Dipende molto dal materiale a disposizione». «Voglio procedere disco dopo disco, con calma. Ci stiamo lavorando, comunque. Se ne avremo abbastanza, uscirà, altrimenti no», conclude Springsteen.

L’intervista integrale la trovate qui. Sotto, il video di High hopes:

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