Patricio Pron – Lo spirito dei miei padri si innalza nella pioggia

Lo spirito dei miei padri si innalza nella pioggia, ultimo libro di Patricio Pron, è una vicenda drammatica che corre lungo il filo sottilissimo della storia e della memoria, delle vicende politiche e personali, di una lotta furiosa per non far morire il proprio nome e i propri ricordi. Dopo anni trascorsi in Germania, un giovane scrittore argentino torna in patria al capezzale del padre. Il ritorno sarà l’occasione per confrontarsi con la sua famiglia e gli anni della dittatura militare, dei desaparecidos e del dolore di una nazione.

“Sparizione”, “eredità” e “sopravvissuti”, sembrano essere gli elementi principali di questa indagine interiore, del ritorno alle radici, del colloquio col passato. I fatti, che ritornano alla mente disorganizzati, sono minuscoli tasselli dell’enorme puzzle del mondo, tanto che l’autore stesso si fa lettore per rimodellare, per seguire il significato delle parole. Ricordare è una decisione che serve a vincere il tempo, per unire storia individuale e collettiva. Nel “sollievo rassegnato della memoria”, Pron vede un cammino ad ostacoli, in cui i protagonisti diventano semplici “vite di passaggio”, le uniche, però, a mantenere vivo il legame tra generazioni.

Come si scrive di un padre, di una nazione e di un’era? La malattia e la storia personale si mescolano, per andare oltre le maschere e far proprio anche ciò che non vorremmo mai possedere. Questa ricerca del passato innesca nel figlio sensi di colpa e convinzioni di rapporti logori, che cambiano, a la distance, la percezione del mondo. Ciò che si comprenderà sarà solamente verosimile, ma permetterà alla storia di avere un seguito. Questo è il significato della ricerca, un modo per andare avanti e immaginare, anche attraverso i sogni, di poter competere col destino.

Il racconto, il ricordo, la trasmissione della letteratura e della conoscenza, diventano essi stessi memoria, che in questo libro si fa documento. Scavare nel passato diventa una missione per preservare l’immortalità degli eventi, mettersi alla pari con una generazione che ha combattuto per degli ideali onesti, per impegni politici precisi. I figli, in questa storia, sono la retroguardia di quei giovani che hanno speso sangue e sudore, sono coloro che scrivono per decifrare il tempo, per non rendere incompiuti i gesti e per innalzare nella pioggia lo spirito. Forse, quei padri, si auguravano che rimanesse qualcosa di scritto, una scintilla che permettesse ai figli di ricercare un senso nel loro passato, e riportare alla luce un’era rimasta troppe volte nell’oscurità.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.