Mondadori

…A rintracciare memorie. Alberto Mondadori nella storia di una grande famiglia

C’era una volta una famiglia che aveva il coraggio di “guardare oltre”, e un uomo, parte integrante di quella famiglia, che si occupò personalmente, nella sua veste di responsabile editoriale, di progettare e creare nuove collane intrecciando rapporti di stima e amicizia con intellettuali e scrittori del calibro di Ernest Hemingway, Georges Simenon, Thomas Mann, Orson Welles. Alberto Mondadori è stato un vero e proprio pioniere editoriale, un severo “dominatore” della sua vita e di quella degli altri, un uomo fatto di contrasti e scatti eclettici che aveva, come ricorda la figlia Nicoletta, «il pregio e il difetto di essere in anticipo su tutti».

Figlio di Arnoldo Mondadori (il fondatore dell’omonima casa editrice nata a Ostiglia nel 1907) e di Andreina Monicelli, Alberto nasce proprio nella città del mantovano l’8 dicembre del 1914. Da ragazzo sembra scappare inconsciamente dalle orme tracciate dal padre, tanto da essere respinto alla maturità classica, ottenere quella scientifica, e iscriversi alla Facoltà di Scienze Politiche senza mai arrivare alla laurea. Il rapporto di amore-odio con Arnoldo segnerà l’intera vita di Alberto, che nel ’27 inizia a svolgere piccoli servizi all’interno della Mondadori. Nel ’32 fonda e dirige il quindicinale politico-culturale «Camminare», che chiude i battenti due anni più tardi per l’intervento della censura. Dal padre, Alberto ha certamente ereditato lo spirito eclettico e l’intraprendenza, tanto che nel 1934 decide di portare avanti la sua vera passione, il cinema. Con il cugino Mario Monicelli gira alcuni cortometraggi tra cui Il cuore rivelatore, classificatosi nel 1935 al sesto posto ai Littoriali nella sezione mini-film. Nello stesso anno gira, per il Cineguf di Milano, un film sperimentale tratto dal romanzo I ragazzi della via Paal, finanziato in parte da lui e in parte dai genitori. La pellicola ottiene il primo posto alla III Mostra d’arte cinematografica di Venezia.

Arnoldo non accetta le scelte del figlio, che nel 1938 fonda addirittura una società di produzione cinematografica, la Montedoro Film, liquidata nel ’43. Ma nel ’38 Alberto entra nell’Anonima periodici italiani (di cui sarà poi direttore editoriale), che nel 1943 sarà incorporata dalla Mondadori. Sono questi gli anni del suo ritorno a Milano e dei primi lavori come editore: nel ’39 fonda e dirige il settimanale d’attualità «Tempo» (edito da Mondadori). Per questo giornale, e per «Popolo d’Italia», compie tra il ’40 ed il ’43 varie missioni come corrispondente di guerra tra Germania, Ungheria e Unione Sovietica. Verso la fine del ’39 dirige e cura, assieme ad Arturo Tofanelli, Leonardo Sinisgalli e Salvatore Quasimodo, Il Tesoretto, Almanacco delle Lettere e delle Arti 1940, e nel 1941 pubblica alcuni racconti per le Terze pagine de «Il Messaggero» e «La Sera». Il progetto con Tofanelli produrrà altre due edizioni, nel 1941 e nel 1942.

I primi anni ’40 sono pieni di cambiamenti. Alberto sposa Virginia, e dal matrimonio nasceranno Fabrizio (1943), Marco (1945) e Nicoletta (1947). La guerra inizia a far sentire la sua prepotente voce, e la Mondadori trasferisce la sua sede da Milano ad Arona; Alberto diventa direttore editoriale e poi vicepresidente, prima di fuggire in Svizzera, l’8 settembre del ’43. La famiglia si stabilisce quindi a Lugano, da dove Alberto mantiene i contatti con le sedi di Arona e Roma e partecipa alla pianificazione editoriale del dopoguerra: mantiene ed allaccia rapporti con autori e acquisisce diritti presso agenti letterari inglesi e americani. Dopo il 25 aprile del ’45 Alberto rientra a Milano e riassume la direzione editoriale. Gli scontri con il padre sono all’ordine del giorno, così si limita a creare alcune collane: «Orientamenti», di natura politica, «Biblioteca storica, I classici contemporanei stranieri», e «Il pensiero critico», nata anche grazie al lungo rapporto con Jean-Paul Sartre. Alberto partecipa però alle grandi iniziative della casa, come la collana «Grandi opere e enciclopedie», e l’ideazione del Premio Mondadori (1946), destinato a nuovi autori per opere inedite di narrativa. Le responsabilità iniziano ad aumentare, è nominato condirettore generale e viaggia per lavoro tra Francoforte, Parigi e New York. Nel ’46 è tra i fondatori della Casa della Cultura di Milano e nel ’48 membro del comitato provvisorio organizzatore dell’Alleanza per la difesa della libertà della cultura (ruolo di chiara ispirazione politica di sinistra). Sono anni intensi questi: vengono inaugurati, tra il 1947 e il 1948, la «Biblioteca moderna Mondadori» e il «Bollettino dei libri Mondadori», progetti da lui curati.

Lo stretto rapporto lavorativo e personale che Alberto ha con Ernest Hemingway porta all’istituzione, nel 1949, del Premio Hemingway per romanzi inediti di autori italiani; un anno più tardi esce il primo numero di «Epoca», settimanale d’informazione che fonda lui stesso. Per Mondadori intanto nascono le collane «Grandi narratori italiani» (che nel ’56 diventerà «Narratori italiani»), «I libri del pavone» e la «Biblioteca contemporanea Mondadori» (che confluirà poi nella «Biblioteca moderna Mondadori»). Alberto è direttore generale, si occupa della produzione editoriale e dello sviluppo commerciale. Nel 1956 la Mondadori fa costruire, a Camaiore, una grande casa chiamata “La Medusa”, adibita a residence per autori e collaboratori. Alberto, qualche anno dopo, decise di demolirla suscitando le ire del padre Arnoldo. Due uomini troppo diversi e lontani per carattere e mentalità, due forze contraddittorie. Come ricorda Nicoletta: «per tutta la vita c’è sempre il nonno che blocca le sue iniziative perché troppo di sinistra, elitarie, poco commerciali». Dopo il ricovero in una clinica svizzera per disintossicarsi dall’alcol, il suo ruolo viene ridimensionato, nonostante il Premio Viareggio nel 1957 con Quasi una vicenda e la direzione del Dizionario universale della letteratura contemporanea.

Nel 1958 fonda una casa editrice tutta sua: Il Sagittario di Alberto Mondadori editore, che diventerà poi Il Saggiatore. Escono le prime collane (tra cui spicca «La Cultura») mentre Alberto continua a collaborare con le edizioni Mondadori, tanto che nel 1965 nascono gli «Oscar Mondadori» (con i primi 100 titoli selezionati proprio da lui). Dopo un secondo ricovero per problemi di alcol, Alberto lascia definitivamente la Mondadori per Il Saggiatore, che pubblica collane di archeologia, storia antica, scienza, geografia umana. Tra il ’69 ed il ’71 inizia il declino di un uomo che alla vita ha dato tanto e che dalla vita ha anche avuto molto: Il Saggiatore ha forti problemi economici, il padre Arnoldo muore l’8 giugno del 1971 e nello stesso anno Alberto si separa da Virginia per unirsi a Maria Laura. Si iscrive al Partito comunista italiano e sceglie Venezia come seconda residenza. Proprio a Venezia muore per infarto la mattina del 14 febbraio 1976. La figlia Nicoletta, nel 2011, ha ricordato il padre Alberto nel libro Quasi il creatore di un mondo. Lettera a mio padre (Giampiero Casagrande Editore), definendolo “il suo punto di arrivo”. Un vero pioniere dell’editoria, un “dominatore” spesso in contrasto con la propria vita, tanto da rimanere “un uomo solo”; perché, come scrive Nicoletta, «ci vuole tempo per rintracciare le memorie e molto di più per accettarle».

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie

diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.